sabato 31 dicembre 2011

LA SPOSA VAMPIRO di Syrie James


Il corpo vicinissimo al suo, la mano a sfiorarle la schiena, mentre il sangue accelera nelle sue vene. Mina Harker si abbandona alla musica, lasciando che il suo misterioso cavaliere la guidi sulle note di un valzer. Fin dal loro primo incontro, quello sconosciuto di una bellezza fuori dal comune e dal fascino ipnotico ha esercitato su di lei un'attrazione irresistibile, impossessandosi dei suoi pensieri e visitando ostinatamente i suoi sogni. Nonostante l'amore per Jonathan, il suo promesso sposo, tornato da un viaggio d'affari in Transilvania inspiegabilmente turbato e scosso, Mina si lascia travolgere dalla passione e inizia una relazione segreta e sconvolgente. Ma quell'uomo che sembra avere accesso ai suoi desideri più segreti, ai suoi pensieri più intimi, nasconde un potere che va al di là del comprensibile e dell'umano da cui sembra impossibile difendersi. Quando Mina scopre che dietro il volto perfetto del suo amante si cela il conte Dracula, una creatura di cui tutti hanno terrore e a cui in molti danno la caccia, il legame che li unisce è ormai indissolubile, ma porta in sé una terribile minaccia. E mentre Jonathan decide di combattere con tutte le sue forze per riavere la donna che ama, Mina è costretta ad affrontare una battaglia ancor più dura, nel profondo del suo cuore: scegliere se tornare alla vita o abbracciare la morte.

Ho comprato questo libro al buio. Non sapevo che si trattava di un'altra versione del Dracula di Bram Stoker (raccontata dalla parte di Mina), non sapevo nulla della trama. Ma il titolo, La sposa vampiro, la copertina accattivante e una buona quarta, mi hanno conquistato. Inoltre non era un Young Adult, non campeggiava la scritta "Freeway" che contraddistingue la collana per giovani della Piemme. Dunque ero tranquilla. Oltretutto io non ricordo per filo e per segno la storia di Stoker, anzi, sono passati troppi anni da quando la lessi - credo fossi adolescente, all'epoca - e quindi ero pronta a tutto e a niente. Una carta da impressionare insomma.
All'inizio la storia mi ha profondamente annoiata. Mi piacciono le ambientazioni nel passato - soprattutto nell'Ottocento e nei primi del Novecento - però il plot era troppo lento, banale e con un andamento assolutamente prevedibile. Non mi sembrava neppure particolarmente ben scritto. Allora, incuriosita, ho fatto un po' di ricerche in rete e ho scoperto di cosa si trattava e anche il perché della "semplicità" della trama (l'aderenza al romanzo di Stoker, un precursore del genere ma proprio per questo talmente imitato da apparire troppo semplice ai giorni nostri). Ho quindi ripreso a leggere il romanzo con occhi nuovi . Fino a metà opera, fino a quando Mina non parte per Budapest diretta al capezzale del suo fidanzato e futuro marito Jonathan, la storia scorre senza colpi di scena e con mosse e reazioni dei personaggi davvero scontate. Poi, finalmente, succede qualcosa.

lunedì 19 dicembre 2011

The Summoning di Kelley Armstrong


Chloe Saunders, una teenager come tante. Pochi sogni nel cassetto, ancora nessuna particolare aspirazione, se non quella di diplomarsi con un voto decente, avere molti amici, magari trovare un ragazzo da amare. Sebbene le sue aspettative siano basse nei confronti della vita, mai avrebbe potuto immaginare che nel bagno della scuola, invece di ragazze che si rifanno il trucco, o parlano del giocatore di football che le ha invitate al ballo, le sarebbe apparso il bidello della scuola, il bidello morto. Chloe infatti può vedere i fantasmi, e loro possono vedere lei. La sua vita non sarà mai più la stessa. Molto presto gli spettri sono ovunque, le richiedono attenzione, invocano il suo aiuto. È troppo per lei: la ragazza ha un crollo nervoso, tanto da essere internata in una casa per ragazzi disturbati. Lyle House, "un posto per ritrovare la serenità", reciterebbe una brochure, se ne esistesse una. Purtroppo la realtà si rivela presto meno patinata e tranquilla, quando Chloe conoscerà meglio gli altri pazienti - le due compagne di stanza: la detestabile Tori, una persona sin troppo elettrica, e Rae, che ha un "problemino" col fuoco, l'affascinante Simon e l'ombroso fratello Derek, la cui ostilità nei suoi confronti si stempererà lentamente, sbocciando in un affetto che nessuno dei due avrebbe previsto - la ragazza inizierà a realizzare che c'è qualcosa di sinistro che lega tutti loro, che c'è una vena molto più oscura che si cela nelle fondamenta di Lyle House... 

Ennesima lettura sbagliata. Ma c'è qualcosa di dark o urban fantasy (mi vanno bene anche i distopici) nelle uscite di novembre-dicembre che valga la pena leggere? Non ho trovato nulla, così ho preso The Summoning. Il richiamo delle ombre, che mi aveva incuriosito già all'uscita  perché metteva in campo finalmente i grandi esclusi di questo genere: i fantasmi, finora poco o punto trattati. Però il libro - nonostante il commento positivo di Melissa Marr, che stimo (per me gliel'hanno estorto a peso d'oro) - è veramente deprimente. Scialbo, con una trama prevedibile e molto buonista (dove la distanza buoni/cattivi è abissale), e una protagonista per niente carismatica.
Ho seguitato a leggerlo fino alla fine sperando in qualche svirgolatura della trama, in un ispessimento dei personaggi... cose che non sono avvenute. E anche il finale sospeso non mi ha lasciato nessuna tensione, nessun desiderio di proseguire con la lettura. Non salverei nulla, se non l'idea di inserire i fantasmi nel genere, che mi stuzzica molto. Scopro, leggiucchiando in rete, che The Summoning è il primo di una trilogia (Darkest Powers) seguita poi da un'altra e da altri libri sparsi che riuniscono sempre gli stessi protagonisti. Progetto ambizioso e interessante... se non fosse per questo inizio davvero deludente.

Giudizio da 0 a 5: 2 (solo perché ha una scrittura appena decente e perché nutro una simpatia per la Lain-Fazi)
Consigliato a chi: piacciono le letture semplici, giovanilistiche (la protagonista ha 15 anni) e stereotipate.
Curiosità: il libro è stato messo in vendita al prezzo promozionale di 9 euro (operazione che anche Newton Compton fa da qualche tempo). Almeno ho speso poco! Però l'adesivo, che dovrebbe essere di quelli riposizionabili, per non lasciare segni sulla copertina, non si scolla neanche morto! Nonostante il mio parere super negativo, le quattro recensioni presenti su IBS sono tutte positive. Dimenticavo: Kelley Armstrong è anche l'autrice di "Bitten", sempre Fazi, che ha ricevuto più elogi (ma che non ho letto e quindi non posso confrontare).

mercoledì 14 dicembre 2011

AFTER di Jessica Warman


Elizabeth ha appena festeggiato i diciotto anni con i suoi migliori amici sullo yacht di famiglia. Durante la notte qualcosa la sveglia. Colpi sullo scafo, da fuori, a pelo d'acqua. Liz esce a guardare... In mare c'è un cadavere. Il suo. Mentre si osserva galleggiare con un senso di straniamento e vertigine, la raggiunge Alex, un suo compagno di scuola morto un anno prima. Insieme, i due cercano di capire perché non sono andati "oltre", perché vagano sulla Terra senza poter comunicare con nessuno eppure vedendo e ascoltando tutto, e per colpa di chi sono morti. Elizabeth assiste così alle indagini sul suo omicidio, e scoprirà che tutti, a cominciare dai suoi genitori, sua sorella e il suo fidanzato, nascondono dei segreti. Che forse sarebbe stato meglio non svelare...

Elizabeth ha diciotto anni appena compiuti ed è appena morta. Viene ricostruita tutta la sua vita passata, piena di stereotipi americani (le cheerleader, le auto decapottabili, il ballo di fine anno, il college, le limousine) e molto snob e altolocata. I dialoghi che all'inizio zoppicano si fanno via via più spontanei, naturali, e la storia si complica. Finalmente. Perché tutto questo velluto morbido e raffinato che si contrappone all'universo povero e desolante del coprotagonista Alex fa un po' troppo Scrooge e Il canto di Natale e si sente disperatamente voglia di un po' di torbido, di un minimo di complessità anche narrativa. Che alla fine arriva. E soddisfa. Il finale infatti è in grande stile, con colpi di scena e buoni momenti d'azione ritmati da suspense e rivelazioni.
L'idea alla base del libro è molto particolare (non esattamente originale, anche Amabili resti era molto simile, ma diversa comunque da tutta quella paccottiglia di YA vampireschi che affolla gli scaffali): una sorta di spirito, di fantasma della persona morta che rivive la sua vita precedente e assiste a ciò che succede ai propri cari per capire (e risolvere il mistero) le cause della propria morte. Forse se l'autrice avesse cercato di eliminare un po' di buonismo didascalico e limitarsi a raccontare la storia il libro sarebbe stato ancora più efficace. Comunque vale la pena andare fino in fondo. Lo dico a quelli che magari, infastiditi da tanta melassa sparsa all'inizio e dai dialoghi che stentano a decollare, hanno la tentazione di chiuderlo e riporlo sullo scaffale. Leggetelo fino alla fine, non ve ne pentirete. E poi... finalmente un YA autoconclusivo e senza canini in vista!

Giudizio da 0 a 5: 4 -.
Consigliato a chi: ama la letteratura YA, il mondo americano, un po' di buonismo. Perfetto da regalare ai figli come libro educativo mascherato da dark fantasy.
Curiosità: l'autrice ha vinto un sacco di premi sempre per libri teen. Il libro è uscito negli States con il titolo "Between" e aveva una copertina più spinta sul piano del thriller che potete vedere qui

domenica 4 dicembre 2011

IL PROFUMO DEL SANGUE di Singh Nalini

Cento anni di schiavitù in cambio della vita eterna: il patto tra un uomo che vuole diventare vampiro e l'angelo che decide di crearlo sembra vantaggioso, ma cento anni sono molto lunghi... ed è compito dei Cacciatori rintracciare e restituire ai padroni i vampiri che fuggono prima del termine. A New York, nessuno svolge questo lavoro meglio di Elena Deveraux, perché lei possiede la capacità innata di "fiutare" la brama di sangue. Ed è proprio grazie al suo straordinario dono che viene scelta da Raphael, l'arcangelo della città, per un incarico pericolosissimo: trovare e neutralizzare Uram, un angelo che si è trasformato in un efferato assassino. Sebbene nessun umano abbia mai affrontato un essere così potente, Elena non può tirarsi indietro, perché la punizione per aver disobbedito sarebbe peggiore della morte. E, come se ciò non bastasse, la Cacciatrice deve difendersi anche dallo stesso Raphael, che le ha proposto di diventare la sua nuova amante. Tutti sanno che gli immortali si servono degli umani soltanto per divertirsi, e lei non vuole certo lasciarsi trattare come un oggetto. Ma Elena non può immaginare che, a volte, persino gli arcangeli s'innamorano...

Peccato veniale... Ogni volta che andavo in libreria e mi capitava questo libro tra le mani mi veniva voglia di acquistarlo. Lo riponevo sempre al suo posto accorgendomi per l'ennesima volta che la casa editrice in copertina era la Nord, che non pubblica libri che di solito incontrano il mio interesse... Dopo la serie di "Marked" & Co. di mamma e figlia Cast che mi aveva veramente disgustato (non era cominciata male a dir la verità, ma poi era presto degenerata a mo' di telenovela interminabile e assurda) e altri acquisti sbagliati avevo giurato infatti che non avrei più comprato un libro di quella casa editrice. E invece alla fine ho ceduto e mi sono portata a casa Il profumo del sangue. Ad attirarmi la commistione tra vampiri e angeli e una copertina dove campeggiava un tatuaggio che mi ha ricordato "Ink exchange" della Marr. E poi l'incipit - che leggo sempre prima di acquistare un libro - non mi sembrava niente male.

mercoledì 23 novembre 2011

SHADOWHUNTERS - LA CITTA' DEGLI ANGELI CADUTI di Cassandra Clare


La guerra è conclusa e Clary è tornata a New York, intenzionata a diventare una Cacciatrice di demoni a tutti gli effetti. E finalmente può dire al mondo che Jace è il suo ragazzo. Ma ogni cosa ha un prezzo. C'è qualcuno che si diverte a uccidere gli Shadowhunters, e ciò causa fra Nascosti e Cacciatori tensioni che potrebbero portare a una seconda, sanguinosa guerra. Simon, il migliore amico di Clary, non può aiutarla. Sua madre ha scoperto che è un vampiro e lui non ha più una casa. E come se non bastasse, esce con due ragazze bellissime e pericolose, nessuna delle quali sa dell'altra. Quando anche Jace si allontana senza darle spiegazioni, Clary si trova costretta a penetrare nel cuore di un mistero che teme di svelare fino in fondo: forse è stata lei a mettere in moto la terribile catena di eventi che potrebbe farle perdere tutto ciò che ama. Jace compreso. Amore. Sangue. Tradimento. Vendetta. La posta in gioco non è mai stata così alta per gli Shadowhunters... 

Caspita. Faccio un bel respiro e chiudo l'ultimo "Shadowhunters - La città degli angeli caduti" di Cassandra Clare. Un gran bel libro che si legge d'un fiato, con dialoghi sempre convincenti, momenti d'azione al cardiopalma, parentesi riflessivo/descrittive mai banali e mai buttate lì come riempitivi.
Insomma, un vero libro, di quelli che emozionano e fanno pensare e ripensare. Non un capolavoro della letteratura, intendiamoci, ma uno di quei libri che sei contento di aver letto e che ti hanno divertito. Uno dei presupposti che la narrativa - soprattutto di genere - dovrebbe sempre avere.
E' veramente eccezionale come al quinto libro della saga (e con la lettura alle spalle del primo del prequel "Shadowhunters. Le origini. L'angelo" di cui ho già scritto in questa sede), l'autrice riesca a mantenere sempre alta la qualità e l'energia che traspare dalle sue storie. Non sono solo ben scritte, sono piene di nuove idee, di svirgolamenti della trama come fili di una tela di ragno. Tutto sta in piedi e sembra autoalimentarsi, ma solo chi ha scritto l'opera sa quanto lavoro c'è dietro questa costruzione così fluida e ben congegnata.

martedì 15 novembre 2011

LUCE di Elena P. Melodia


 My Land: un mondo parallelo al nostro, costituito interamente d'acqua. Un'acqua cristallina eppure malsana, increspata dalla corrente di dolore delle anime che popolano questa dimensione in attesa di incarnarsi e prendere possesso di un corpo umano. Sono le anime dei Mai Nati, avvinte - come figli succubi di un padre malvagio - all'autorità del loro signore, il Leviatano. Da questo mondo viene Alma: diciassette anni, e una bellezza fredda come il ghiaccio che riflette la sua incapacità di provare qualunque emozione. I timori, i battiti del cuore, gli amori brevi come fiammate dei suoi coetanei sono infatti preclusi a una Mai Nata. Il cammino di Alma per prendere coscienza della sua natura, acquisire la capacità di amare e la semplice possibilità di gioire o soffrire come tutti è lungo e sofferto. Percorrerlo significa avviare una lotta senza quartiere contro il Leviatano e i suoi sicari, i Master, cacciatori implacabili dei Mai Nati che hanno osato ribellarsi, responsabili di una serie di orribili omicidi che da tempo stanno insanguinando la città e che Alma ha la misteriosa capacità di prevedere. Sola, sempre più accerchiata da una forza malefica e soprannaturale, Alma troverà l'alleato più fedele in Adam, nella normalità e nel coraggio di un semplice compagno di scuola da sempre innamorato di lei.

Terzo e ultimo capitolo della saga YA "My Land" della Fazi firmata da Elena P. Melodia. Nel primo libro (Buio) Elena ci ha avvicinato lentamente a questo mondo strano, parallelo, di My Land. La protagonista, Alma, sa poco di sé ma è terrorizzata perché ogni sera sogna assassinii che poi si avverano. In più lei, algida, distante dalle emozioni e dai sentimenti, prova un'inspiegabile attrazione verso Morgan, un ragazzo dagli inquietanti occhi viola misterioso e stravagante.
Nel secondo libro (Ombra) Elena ci ha spiegato le ragioni per cui Alma è così (algida, distante...) e ci ha raccontato bene chi è Morgan e cos'è e come funziona My Land (non scendo nei dettagli per non spoilerare).
Nel terzo libro (Luce) la lotta contro il male si trasforma in una serie di battaglie che sembra non finire mai, My Land diventa sempre più familiare e così la sua "anima" letale, il burattinaio che muove i fili dei Mai Nati, il Leviatano, e la fine di tutto è una non fine, lungo il tragitto verso una pace e un futuro possibile.

Allora, andiamo per ordine. Il primo libro di Elena (Buio), che ho letto ormai più di due anni fa, mi aveva entusiasmato. Elena ha una scrittura infatti molto moderna, ben cadenzata, con un ritmo veloce e uno stile secco, grintoso. Nel libro si delineava appena una situazione, il tutto era un fumoso e un po' troppo sospeso per i miei gusti - sono dell'idea che ciascun libro di una trilogia dovrebbe avere un inizio e una fine ben delineati e accontentare un po' la voglia del 'gran finale' presente in tutti i lettori. Però nella sostanza mi era piaciuto ed ero ansiosa di leggere il secondo per capirci un po' di più.

Secondo libro: (Ombra): coinvolgente, appassionante. Un aumentare della tensione pagina su pagina fino ad arrivare allo svelamento del mistero, la vera natura di Alma e di My Land. Ottima conclusione anche, sospesa ma sufficientemente drammatica da appagare il lettore. Il libro più bello della saga.

Terzo libro: inizio lento, in sordina. Poi un po' di azione movimenta il tutto ma non è sufficiente a creare quello stato di suspence che aveva permeato il secondo libro né il senso del mistero che aveva caratterizzato il primo. Alma fa delle cose - qui non posso scendere in dettagli per non spoilerare, mi dispiace - che non stanno davvero in piedi, i personaggi non sono ben delineati, si creano situazioni assurde (come quando Alma si introduce a casa di una vittima dei Mai Nati e si ferisce alla gamba per poi fasciarsi da sola - perché sua madre fa l'infermiera...). E vogliamo parlare del finale?

domenica 30 ottobre 2011

IL GIARDINO DEGLI ETERNI. Dolce veleno di Lauren DeStefano

Rhine ha sedici anni ed è bellissima. Ma è condannata a un destino terribile: morirà il giorno del suo ventesimo compleanno. E, come lei, tutti i ragazzi che vivono sulla Terra in un futuro non troppo lontano. Nel tentativo di trovare una cura per il cancro, infatti, un gruppo di scienziati ha finito per condannare la razza umana a una vita brevissima: vent'anni per le donne e venticinque per gli uomini. Anche l'avvenenza di Rhine rappresenta un pericolo: in questo mondo in decadenza, le ragazze più belle vengono rapite e date in spose ai Governatori, una casta di uomini ricchi e potenti. Rinchiusa in una lussuosa dimora, Rhine passa i suoi giorni pensando a un modo per scappare e tornare alla libertà. Soprattutto da quando ha scoperto che la gabbia dorata in cui è prigioniera nasconde uno sconvolgente segreto: nei sotterranei vengono compiuti agghiaccianti esperimenti sugli esseri umani. Nel suo folle piano di fuga, sarà aiutata da un affascinante coetaneo incontrato durante la sua reclusione. Ma il tempo stringe e la libertà sembra sempre più lontana...

Un tema distopico che mi ha incuriosito subito. Avevo letto sul sito della Newton le prime 20 pagine (l'estratto proposto) e la lettura mi aveva preso, così sono andata in cerca del libro.
Il giardino degli eterni ha una scrittura asciutta e veloce, senza ricami né indulgenze. Non brillante ma neppure troppo scarna, adatta a questo tipo di storie.
La protagonista Rhine - dal fiume Reno - è caparbia e dura, e mente con il sorriso. Ma di lei il lettore viene a sapere troppo poco di ciò che pensa e di come ha vissuto la sua vita prima di essere rapita e diventare una sorella-sposa. Perciò l'empatia che si prova per Rhine fatica a crescere e il libro non riesce a coinvolgere.
La descrizione di questo mondo del futuro è sommaria, con pochi dettagli e molte incongruenze, tanto che a volte lo scenario proprio non sta in piedi.
I personaggi sono descritti troppo sommariamente, non c'è un vero e proprio approfondimento psicologico e i cattivi sono troppo cattivi.
La trama si rivela davvero esile: si racconta solo del tentativo di fuga di Rhine e del suo cuore diviso tra Gabriel - il giovane inserviente di cui si viene a sapere troppo poco perché ci possa apparire simpatico - e Linden, lo sposo imposto tenuto all'oscuro da tutte le macchinazioni e pertanto ingenuo e buono.
Infine la conclusione è precipitosa e poco credibile.
Un peccato perché l'idea di fondo era originale e la scrittura poteva reggere. Invece tutto rimane appiattito e distante. E sapere come va il seguito ha davvero poca attrattiva.

Consigliato a chi: ama i romanzi distopici ma non ha voglia di impegnarsi troppo nella lettura.
Giudizio (da 0 a 5): 2.
Curiosità: ha una copertina davvero assurda. I segni grafici inquadrati non hanno nessun senso. Dell'autrice ci viene detto pochissimo. Il titolo originale era più fedele alla storia anche se meno evocativo di quello italiano: "The chemical garden".

mercoledì 19 ottobre 2011

SONO NEL TUO SOGNO di Isabel Abedi


 Aveva sentito come una lacrima, una lacrima insopprimibile, come se qualcuno le avesse strappato un capello con una pinzetta. Quel che resta a Rebecca, sedici anni, mamma ad Amburgo e papà a Los Angeles, è una strana sensazione di vuoto e di paura. Ma poi Lucian salta fuori dal nulla: un ragazzo senza un passato, uno che non sa chi è né ricorda da dove viene. Un tipo strano e bellissimo e che dà a Rebecca la rassicurante impressione di non essere più sola...

Isabel ha una prosa molto piacevole, curata, elegante, coccolante. Un modo di narrare serio per un genere che spesso viene maltrattato o con scritture troppo veloci e ritmate - per seguire la suspense e alimentarla - o con scritture troppo elaborate - per non fare la figura degli scrittori di genere che scrivono male perché "è più importante la trama"... Però "Sono nel tuo sogno" alla fine dei conti non mi ha illuminato, non mi ha provocato grandi emozioni. E neppure mi ha invogliato a leggerlo fino a tarda notte per sapere come andava a finire. E' stata, insomma, una lettura gradevole, ma niente di più.
La trama è abbastanza originale (non ve la racconto per non spoilerare, sappiate solo che NON PARLA DI VAMPIRI, deo gratias!) ma alcuni passaggi sono mal curati, troppo bruschi o con espedienti narrativi un po' banalizzati. Quando si scrivono storie che hanno a che fare con il soprannaturale il difficile sta proprio nel far apparire ciò che si narra molto realistico, senza che scada nel ridicolo, e nel non far dubitare il lettore. Tutto insomma deve sembrare lecito ma anche plausibile se non verosimile. Plausibile all'interno di quella storia, ovviamente. Quindi le giustificazioni per alcuni comportamenti strani dei personaggi o certi passaggi della trama, devono essere buone e passare quasi inosservate. Qui a volte non avviene e il senso di estraniamento del lettore dalla vicenda narrata è forte.
Lo svolgimento si basa tutto sulla storia d'amore e sulla magia. Non ci sarebbe nulla di male, ma le parti di azione sono troppo poche e lo struggimento della protagonista o le "pagine felici" (quando si concretizza l'amore) non appagano il lettore.
Insomma, peccato. Gli strumenti fondamentali per costruire un buon libro c'erano - buona scrittura, una buona idea e anche abbastanza originale - ma il romanzo non riesce comunque a convincere completamente.
Molto intrigante invece il titolo e la copertina. Una buona scelta di marketing editoriale.

Consigliato a chi: cerca una storia romantica, non impegnativa.
Giudizio (da 0 a 5): 3
Curiosità: la scrittrice è tedesca, di Amburgo. Il libro è ambientato in parte in Germania, in parte in America. La parte più bella però è quella in Germania. Il libro ha avuto moltissimo successo in Germania (più di 100.000 copie ed è rimasto in classifica per moltissimo tempo). L'autrice ha pubblicato finora libri per bambini. Nei ringraziamenti allude a una cospicua partecipazione dell'Editor per migliorare e rendere più efficace il libro.

giovedì 13 ottobre 2011

ON WRITING. Autobiografia di un mestiere di Stephen King


Il Re rimane sempre il Re. C'è poco da fare. Credo che Stephen King potrebbe scrivere anche l'elenco telefonico e sarebbe comunque interessante. Ho appena finito di leggere, tra un romanzo e l'altro, On writing. Autobiografia di un mestiere, del nostro Steve-O. Ebbene, non posso gridare al capolavoro, ma alcune pagine sono davvero illuminanti e uniche. Come sempre King ha una prosa brillante, informale ma curata al dettaglio, capace di creare - anche in un soggetto come questo, piuttosto tecnico - immagini vivide e interessanti. Ha davvero una dote unica.
Non lo si può paragonare ad altre "fabbriche di best-seller" perché la sua scrittura è davvero particolare e diversa. Nei suoi romanzi infatti è capace di entrare nella testa dei personaggi in un modo che raramente ho visto fare in letteratura. E' come se fosse nascosto nelle pieghe della loro anima e da lì ci raccontasse gli angoli più oscuri o più limpidi di ciò che vede. 
Ma veniamo a questo libro. Tratta del mestiere di scrivere, mestiere a cui pochi eletti hanno accesso. Perché per lui coloro che praticano questo mestiere sono quelli che riescono a vivere scrivendo, dedicandosi anima e corpo alla scrittura. Oggi in Italia, soprattutto, ci sono davvero pochi scrittori a tempo pieno. Credo si possano contare sulla punta delle dita. La letteratura non paga, o paga poco.
Il suo libro non terrorizza e allo stesso tempo non rende semplicistico lo scrivere. Serve sacrificio, volontà e dedizione. Ma, se è ciò che si ama fare (e possibilmente anche ciò per cui si è nati...) tutto diventa più facile.
King parte dalla sua autobiografia, raccontandoci nella prima parte del libro come si è avvicinato alla scrittura, gli eventi della sua vita che più l'hanno segnato, come è riuscito a farsi pubblicare il primo racconto e via dicendo. Nella seconda parte invece il libro si fa meno discorsivo e leggermente più tecnico, iniziando a parlare, finalmente, di scrittura. Si aprte dagli strumenti necessari - la borsa degli attrezzi - all'ispirazione, alla gestione dell'idea - che secondo Stephen esiste già prima dello scrittore, è solo da svelare, lavorando con gli attrezzi giusti, come se fosse un reperto archelogico sepolto e lo scrittore, trovandolo, cercasse di riportarlo alla luce con molta attenzione... -, agli stili, il linguaggio, i dialoghi, i retroscena, le correzioni... Fino a come pubblicare.
C'è molto ma non c'è tutto. E tuttavia le cose principali che un neofita della scrittura - ma anche chi pratica quest'arte da tempo - può cercare in un libro così. Per una volta siamo invitati con lui nel suo backstage. Ci porta per mano nella sua camera oscura, e i suoi "segreti" sono del tutti umani. 

Consigliato a chi: vuole affinare le proprie arti, oppure entrare di più nel mondo di SK.
Voto (da 0 a 5): 5
Curiosità: nel libro si racconta anche il terribile incidente capitato al Nostro nel 2006. E' incredibile come, nel raccontarlo, riesca a far ridere...

domenica 9 ottobre 2011

LA FORESTA DEGLI AMORI PERDUTI di Carrie Ryan

Nel mondo di Mary ci sono delle semplici verità. La Congregazione delle Sorelle sa sempre cos'è meglio. I Guardiani proteggono e servono. Gli Sconsacrati non cederanno mai. E bisogna sempre sorvegliare il recinto che circonda il villaggio. Il recinto che protegge il villaggio dalla Foresta degli amori perduti e da coloro che la abitano, gli Sconsacrati. Ma poco a poco le verità di Mary crolleranno. Imparerà cose che non avrebbe mai voluto sapere sulle Sorelle e sui loro segreti, sui Guardiani e sul loro potere. E quando il recinto verrà aperto e il suo mondo cadrà nel caos, conoscerà gli Sconsacrati e il loro mistero. Dovrà scegliere tra il villaggio e il proprio futuro, tra colui che ama, Travis, e chi è innamorato di lei, Harry, il fratello maggiore di Travis. E dovrà affrontare la verità sulla Foresta degli amori perduti e sul destino di sua madre, sparita anni prima. Può esserci vita al di fuori di un mondo circondato da così tanta desolazione? Si può continuare ad amare in una situazione di continuo pericolo?

Mentre sto finendo di leggere il magistrale "On writing. Autobiografia di un mestiere" dell'insuperabile Stephen King che mi regala mille suggestioni, nel frattempo ho anche finito "La foresta degli amori perduti" di Carrie Ryan, libro che ho comprato per un impulso improvviso l'ultima ora di Pordenonelegge.it catturata da un incipit particolare che parlava dell'oceano.
La scrittura di Carrie è inappuntabile: precisa e chirurgica, senza sbavature, senza cadute di stile, senza ghirigori. Pochissime concessioni al lirismo - contate sulla punta delle dita - e nessuna forma barocca, aggettivi o avverbi fuoriposto. Agota Kristoff avrebbe apprezzato. La storia, come la scrittura, è cruda e diretta, va dritta allo stomaco ed è foriera sicuramente di argomenti nuovi, di una certa originalità. Però l'autrice ci impedisce di essere veramente coinvolti, ci regala solo momenti di un presente che vorremmo allargare, estendere, come se la sua macchina fotografica fosse bloccata e non potesse girare a 360 gradi, ma si trovasse ferma, piazzata su un muretto e potesse registrare solo quello che le accade davanti. Così non sappiamo perché a Mary, la protagonista, piacesse così tanto Travis, il fratello di Harry, l'unico a condividere la speranza di raggiungere l'oceano; non sappiamo cosa è accaduto veramente all'umanità per ridurla a questo stato - assediata dagli Sconsacrati, sorta di zombie inarrestabili -; non sappiamo bene cosa facessero le Sorelle, fondatrici del villaggio e protrettrici della pace in nome di un dio non meglio specificato;  non sappiamo cosa ha realmente fatto Mary la sera prima del vincolo - sorta di matrimonio - con il suo promesso sposo, non Travis ma suo fratello, Harry, con le mani molli d'acqua che la prendevano dentro al torrente... Insomma viviamo il qui e l'ora assieme alla protagonista, ma non abbiamo sufficienti elementi per appassionarci alle sue scelte e per capire cosa la muove. Ecco un esempio di show don't tell in cui si mostra troppo poco. E il lettore si ritrova distante dalla pagina ad apprezzare un bel romanzo che sarebbe potuto decollare. Sigh.

Consigliato a chi: ama la scrittura asciutta e le storie forti. Con una spruzzatina horror.
Voto (da 0 a 5): 3 e mezzo.
Curiosità: Nella fascetta si parla di una lotta tra i vampiri e gli sconsacrati. Indicazione davvero assurda e fuorviante: non c'è assolutamente nessun vampiro (per fortuna, non se ne può davvero più) in questa storia.

sabato 24 settembre 2011

CUORE NERO di Amabile Giusti

A diciassette anni ci si può imbattere nel vero amore? E ciò che si chiede Giulia quando quel sentimento irrompe nella sua vita. Prima di allora era una ragazza indipendente, segnata dal burrascoso divorzio dei genitori, con una visione tutt'altro che romantica dei rapporti sentimentali. Finché non si prende una cotta tremenda per Max, un compagno di scuola, e la sua razionalità inizia a vacillare. Lei, di solito brillante e decisa, si sente stupida e confusa. Eppure lui è fin troppo pieno di sé, non il suo tipo, anche se è terribilmente attraente, e Giulia fa di tutto per reprimere le proprie emozioni e dimenticare la loro breve, insignificante storia. Una sera, mentre porta a passeggio il cane, incontra Victor, un ragazzo dall'accento francese che, sbucato dal nulla, le dice di essersi trasferito a Palmi da poco con la madre e la sorella. Biondi e pallidissimi, i tre sembrano avvolti da un mistero: escono solo di notte e abitano nella Villa dell'Agave, una vecchia casa dalla fama sinistra. Da quel momento, inaspettatamente, Max ricomincia a corteggiarla, e non solo: fa di tutto per metterla in guardia da Victor, come se sapesse qualcosa sul suo conto che non può rivelarle. Come mai i due si conoscono? Perché si detestano? Cosa nascondono entrambi? Trascinata da una passione irrefrenabile, Giulia piomberà in un mondo che credeva relegato alla leggenda e alla fantasia, un mondo abitato da esseri misteriosi assetati di sangue, che attraversano i secoli lottando per sopravvivere.

Ho comprato "Cuore nero" invogliata da una recensione in rete che ne elogiava il finale, definendolo originale e un po' inquietante... lasciando grande spazio alla mia immaginazione che aveva iniziato a veleggiare costruendo mondi e illusioni. L'ho acquistato pensando che fosse un Adult, tutto infatti faceva presagire che lo fosse: la copertina, un po' maliziosa e seducente, la casa editrice - Dalai non pubblica YA mi sembra, ma se mi sbaglio correggetemi - e la collana, dove facevano bella mostra di sè nomi di scrittori che non sono conosciuti per aver scritto Young Adult. Invece, sin dalle prime pagine, mi sono accorta subito che si trattava proprio di un YA. La frustrazione legata a questa scoperta è stata aggravata da una scrittura che all'inizio trovavo molto fastidiosa - troppi rimandi e occhiatine a cliché tutti italiani del mondo dello spettacolo e della cultura, da "Tre metri sopra al cielo" a Gianmaria Testa ecc., uno stile nell'inallare le parole e nel formulare le frasi che mi sembrava un po' datato, troppo "tradizionalista" - e da una protagonista che mi appariva troppo bambina nell'Italia di oggi dove le diciassettenni sono ormai delle piccole donne.
Dunque, prima impressione: delusione e fastidio. Però.
Però la storia non mi mollava, non riuscivo ad abbandonare il libro, a smettere di leggere come dicevo che volevo fare ogni tre pagine. E poi, superato lo scoglio iniziale - più o meno dopo pagina 150 - e dopo essermi accorta che sì, è un YA ma è assolutamente leggibile (e godibile) anche da una trentasettenne come la sottoscritta, sono stata letteralmente risucchiata dalla trama e presa dai personaggi. E ho iniziato a vedere bene tutti i lati positivi di questo libro.

martedì 6 settembre 2011

IL BACIO DELL'ANGELO CADUTO di Becca Fitzpatrick


Nora è una liceale introversa che non ha ancora messo l'amore in cima alla lista delle cose da fare. Almeno finché non incontra Patch. Lui ha un sorriso irresistibile e un inspiegabile talento per indovinare sempre quello che le passa per la testa. E per quanto si sforzi di negarlo, lei sente che l'attrazione per il compagno di scuola è destinata a crescere. Fino a che punto? Nora non sa in che storia si è cacciata. Non può nemmeno immaginare d'essersi innamorata, ricambiata, di un angelo caduto. Scoprirà presto, però, che per riottenere la sua vera natura, il suo ragazzo deve prenderle la vita. Oppure combattere contro un avversario persino più potente di lui. L'amore può davvero vincere tutto? O farti perdere tutto?

Ora che è passato qualche giorno posso farlo. Posso scrivere di questo libro senza parlarne solo male, ma anche ricordando gli aspetti positivi che possiede.
Partiamo proprio da questi ultimi, per non scrivere solo recensioni negative.
Il protagonista maschile, a parte il nome improponibile (Patch), è coerente e ben delineato fino alla fine. Ha anche un suo discreto fascino. 
Alcuni dialoghi funzionano molto bene, ironia, causticità, brevità fulminante.
Alcuni momenti ritagliati da una normale vita da teenager sono ben dipinti.
Il prologo - ambientato nell'Ottocento - ha un buon impatto.
La scrittura è fluida e scorrevole, accessibile, con un buon senso del pathos.
Ma... e qui cominciano gli elementi negativi... ci sono troppe cose improbabili, cadute di ritmo, invenzioni strampalate. Prima fra tutte, che fa molto ridere, la scena in cui Nora, la protagonista, si traveste da navigata prostituta per estorcere informazioni dal datore di lavoro del suo "bello e dannato", il titolare di un ristorante messicano. Parrucca bionda, abiti volgarissimi, scarpe eccentriche con tacco a spillo e... ciliegina sulla torta... l'elenco delle frasi da dirgli scritte su un foglio!!! Elenco che comprendeva anche delle frasi preparate per flirtare con Patch (l'angelo caduto dal nome assurdo) che la prende in giro dopo averlo raccolto da terra in un bagno delle signore!!! E poi altre, come la scena della barbona che la convince a regalargli il piumino - con il cellulare dimenticato nella tasca, ma si può - il berretto e le muffole in cambio dell'indicazione di una strada che si trova a 30 metri da dove è lei... Insomma, la trama fa acqua da tutte le parti, con cali di ritmo e scene comiche perché davvero assurde e un finale debolissimo. Peccato, perché aveva qualche imput buono, bastava forse lavorarci e trovare un editor sufficientemente severo.

Giudizio (da 0 a 5): 2
Consigliato a chi: ha meno di 15 anni almeno, altrimenti fa davvero fatica ad appassionarsi e a dare credito a ciò che scrive l'autrice. Ma chi ha 15 anni e una buona biblioteca di letture alle spalle... lo lasci perdere!!!
Curiosità: il libro ha solo due recensioni su IBS, entrambe negative. Riporta alcune considerazioni sugli angeli del tutto inventate e strampalate. Nonostante tutto questo, è uscito quest'anno Angeli nell'ombra, il poco atteso seguito...



lunedì 29 agosto 2011

Radiant Shadow. Sublime oscurità

Le più grandi passioni amorose sono da sempre condannate ad affrontare ostacoli insormontabili e quindi destinate a difficoltà di ogni genere prima di poter trovare compimento. Eppure conoscere i conflitti che impediscono l'amore tra Ani e Devlin significa addentrarsi in un mondo ancora più misterioso e oscuro. Qui l'universo del piccolo popolo, così lontano dagli idilliaci folletti cui ci hanno abituato le fiabe, è governato da regine bellissime e spietate per le quali sedurre o uccidere sono strumenti per uno stesso scopo: dominare. Ecco un intreccio di segreti che serpeggia tra la nostra realtà e una dimensione fantastica in cui l'alternanza tra il giorno e la notte è il frutto dei desideri di un'unica persona, ecco come il capriccio delle fate fa sì che piante solitamente prive di spine possano d'un tratto diventare rovi e graffiare. Ed è qui che la passione amorosa tra Ani e Devlin, tra una ragazza incantevole e ribelle, per metà mortale e per metà essere fatato, e il sicario dell'Alta Corte, sboccerà. Perché i due sono indissolubilmente legati da un destino che li rende allo stesso tempo minaccia e protezione l'uno per l'altra. Ani e Devlin, il cui primo bacio segnerà l'inizio di una catena di avvenimenti di inimmaginabile portata...


Dopo aver letto Virginia De Winter passare a Melissa Marr (nella foto) in effetti è scendere da un gradino. Troppo complessa, lirica, ma al contempo bravissima nelle azioni la De Winter. Difficile trovare un'autrice (o un autore) come lei nel panorama dei dark fantasy. Però la Marr non è mica da buttare, anzi. Avevo letto gli altri tre volumi della serie fatata uno dietro l'altro, incuriosita da questa novità della saga non-saga, ovvero dall'idea originale di dedicare ogni libro a un personaggio diverso. Così l'effetto puntata è un po' sfumato, ogni libro è fine a se stesso, ma si mantiene in qualche modo il legame alle serie...
Melissa scrive bene, anche se non tocca mai livelli eccelsi, e anche questo quarto libro non fa difetto, però forse il limite del Young Adult non le si addice. Questi personaggi fatati, quasi tutti borderline, mai buoni o cattivi, in chiaroscuro, avrebbero bisogno di più malvagità, di più violenza e di un po' più di sesso per diventare più realistici e intensi. E anche le loro storie ne guadagnerebbero.

giovedì 18 agosto 2011

BLACK FRIARS - L'ORDINE DELLA CHIAVE di Virginia De Winter


Axel Vandemberg, giovane crede al trono del regno più importante del Vecchio Continente, farebbe qualsiasi cosa per amore, anche picchiare uno dei suoi migliori amici. Imprigionato nel carcere degli studenti per una rissa, il suo unico, struggente pensiero è dedicato a Eloise Weiss, la ragazza cui ha consacrato la vita fin dall'infanzia. Axel non sa che il suo mondo sta per essere sconvolto dal fatale incontro con Belladore de Lanchale, una cortigiana dal fascino oscuro che ben presto imprigiona il ragazzo in una trama fitta di bugie e ricatti. Mentre Axel lotta contro la seduzione del male, la città pare farsi specchio dei suoi tormenti, trasformandosi in uno scenario di efferati delitti. Protetto dalla notte, tra i vicoli non ancora illuminati dalla luce a gas di una città ammantata di atmosfere gotiche, un assassino inafferrabile uccide giovani umane e bellissime vampire. Unica traccia utile alla Magistratura incaricata delle indagini è il macabro e accurato gioco dell'omicida, che ricompone i corpi delle vittime ispirandosi a celebri fiabe: Raperonzolo strangolata dalle sue lunghe trecce, la Bella Addormentata dilaniata dal morso del principe. Biancaneve avvelenata dalla mela... 

Era da tempo che non leggevo un libro così bello. Trascinante, romantico, gotico, thriller, dark fantasy... Tutto insieme. Al contrario del primo volume "Black Friars - L'Ordine della spada", che aveva ahimé dei problemi di cali di ritmo e di scrittura troppo barocca, il secondo (in realtà il prequel della storia), è perfetto. La scrittura è chirurgica, senza sbavature, quel tipo di scrittura che mentre leggi dimentichi, come se fosse una finestra direttamente aperta sulla storia, per poi ritrovare solo qualche volta, per incorniciare meglio - con frasi davvero ben cesellate - la vicenda narrata.

mercoledì 10 agosto 2011

L'ERETICO - Trilogia di Magdeberg


Tenebre. Non esiste altro nella Germania dell'anno Domini 1630. Carestia, morte, pestilenza provocate da una guerra che sembra eterna. Ma nemmeno questo bagno di sangue ferma Reinhardt Heinrich von Dekken, Principe di Turingia, uno dei nobili cattolici più potenti e temuti del Sacro Romano Impero della Nazione Germanica. Quello di Reinhardt, uomo nel cui passato grava un incubo che rifiuta di dissiparsi, è un disegno di potere destinato a sconfiggere il tempo. Nel perseguirlo, Reinhardt non ha esitazioni. Eppure, come in una profezia dell'Apocalisse, il suo destino è inesorabilmente legato a quello di un guerriero senza nome, enigmatico e letale: un eretico in nero che di Reinhardt sembra l'antitesi assoluta. 

Comiciamo dall'inizio. La scrittura di Alan Altieri mi era già nota, in un certo senso, per averla "assaggiata" in un'antologia simil horror di più di un decennio fa ormai, edita da Mondadori. Il racconto di Altieri, se non erro dedicato a uno spaventapasseri, mi era piaciuto a tal punto da restarmi particolarmente impresso il suo nome. Che poi ho ritrovato prima in un post su internet in cui si annunciava che avrebbe diretto la nuova collana (che però mai ho visto in libreria) "Dark Love" della Mondadori e poi sugli scaffali della libreria dove cappeggiava con un libro Tea in edizione economica che ha attirato la mia attenzione: "L'eretico" appunto, della Trilogia di Magdeburg. Come al solito prima di acquistarlo mi sono letta tutti gli apparati e quasi tutta la prima pagina. Ero indecisa: la scrittura mi sembrava ottima, l'ambientazione mi intrigava (da sempre sono un'appassionata del periodo della Guerra dei Trent'anni.) ma una frase in copertina a mo' di strillo che richiamava il romanzo storico mi inquietava non poco. Non amo infatti il genere e temevo potesse esserlo.

mercoledì 3 agosto 2011

SUL MIO COMODINO

Mentre finisco Magdeburg - L'eretico, vi tengo aggiornati su quello che ho acquistato in questi giorni e che attende di essere letto.


Black Friars - L'Ordine della chiave, di Virginia De Winter, Fazi Lain
...ancora un prequel. Mi è piaciuto abbastanza il primo libro della De Winter, conosciuta in rete per le sue "cover" di Harry Potter e finalmente cimentatasi con un libro tutto suo. Black Friars, L'Ordine della spada mi aveva convinto al 70%: troppe pagine sprecate, troppo ruffiano in alcuni punti (soprattutto gli episodi che scatenavano la gelosia di Axel, insistiti fino allo sfinimento dall'autrice che, evidentemente, o li riteneva commercialmente validi oppure aveva un suo particolare divertimento nello scriverli), con un finale un po' buttato lì e troppo ambiguo e un mondo fantastico non troppo ben definito. MA - e la maiuscola è doverosa - per il resto il libro era scritto molto bene, con episodi d'azione ben raccontati, i personaggi approfonditi ecc. ecc. Insomma, ho chiuso il primo volume non pienamente soddisfatta ma contenta di aver conosciuto un'autrice italiana brava e dalla grande potenzialità. Diciamo che mi aspettavo molto da lei. Ma... perché un prequel!!! Non si può scrivere il prequel dopo aver pubblicato SOLO UN LIBRO della serie... Dico! Mi viene da pensare che, probabilmente, il primo volume è stato tagliato da questo, sorta di costola che forse meritava di più, e, visto il successo della prima pubblicazione, si è deciso di anticipare i tempi pubblicando quello che c'era di disponibile: le prime pagine, il prequel. Leggerò e vi farò sapere...


I primi tre sono proprio belli (Wicked Lovely, Fragile Eternity e Ink Exchange). Originale anche l'idea di una saga-non saga, ovvero di dedicare ogni libro a un personaggio-protagonista diverso. Crea meno dipendenza, certo, ma consente più libertà (ed entusiasmo, sicuramente) all'autrice. Ero incerta se leggere o meno questo terzo ma la Marr scrive proprio bene quindi perché lasciarlo in libreria?









Ne parlano tutti, grandi recensioni, una frase di Stephen King che invita caldamente a leggerlo? E chi sono io per disobbedire al grande RE? E leggiamolo. Di suo ha una copertina strepitosa e una mole notevole (che per me è una benedizione: se il libro buono signfica a. ammortizzare la spesa b. godere di più della lettura). Vi saprò dire.

lunedì 25 luglio 2011

SHADOWHUNTERS - Le origini. L'angelo


Tessa Gray, orfana sedicenne, lascia New York dopo la morte della zia con cui viveva e raggiunge il fratello ventenne Nate, a Londra, unico ricordo della vita predente, una catenina con un piccolo angelo dotato di meccanismo a molla, appartenuto alla madre. Quando il fratello maggiore scompare all'improvviso, le ricerche portano la ragazza nel pericoloso mondo sovrannaturale della Londra vittoriana. Sarà rapita, ingannata, sfruttata per la sua straordinaria capacità di trasformarsi e assumere l'aspetto di altre persone. La salveranno due Shadowhunters, Will e Jem, destinati a combattere i demoni, nonché a mantenere l'equilibrio tra i Nascosti e fra questi e gli umani. Tessa sarà costretta a fidarsi. Si unirà a loro nella lotta contro i demoni per poter imparare a controllare i propri poteri e riuscire finalmente a trovare Nate. Ma tutto ciò la porterà al cuore di un arcano complotto che minaccia di distruggere gli Shadowhunters, e le farà scoprire che l'amore può essere la magia più pericolosa di tutte. Età di lettura: da 12 anni.

Forte della bella lettura della trilogia Shadowhunters - Gli strumenti mortali di Cassandra Clare, ma con qualche pregiudizio sui prequel (di cui fatico a capire la necessità in genere), ho preso in mano questo "quarto" (o primo) libro della saga.
Devo dire che negli altri tre la Clare ci ha abituato un po' meglio, ma andiamo con ordine. Il libro si differenzia dalla trilogia a seguire innanzitutto perché è ambientato nella Londra di fine Ottocento, dimensione temporale che arricchisce di fascino e di mistero la storia, e che regala inedite considerazioni sui costumi e sul galateo dell'epoca anche fra i Cacciatori (i nephilim che combattono i demoni per salvare l'umanità). Però la storia fatica a partire. Le prime pagine sono lente, hanno delle ripetizioni necessarie ma faticose per chi ha già letto la trilogia (chi sono i Cacciatori, il loro modus operandi ecc. ecc.), e la trama si aggroviglia e vivacizza solo verso la fine. Inoltre i personaggi di contorno non sono molto ben caratterizzati, solo Jem (che però ha un ruolo da coprotagonista), risulta ben descritto e "colorato", mentre gli altri sono solo fantasmi appena abbozzati.
Il finale è ovviamente un non finale, ma lascia in bocca una sensazione di incompletezza data più dalla pochezza di informazioni ed emozioni lasciati da questo primo libro che dalla voglia di continuare la saga...
Per tirare le somme: la storia fatica a prenderti, se non alla fine, è scritta però sempre con uno stile molto sciolto e gradevole. La mano di Cassandra c'è tutta, serviva solo una spinta in più. Confido molto nei prossimi due.

Genere: Urban Fantasy Young Adult
Voto da 0 a 5: 3 e mezzo
Consigliato a chi: ama le storie d'azione, le vicende che coinvolgono gli angeli, Londra nell'Ottocento e naturalmente a chi ha letto la precedente trilogia
Curiosità: è in arrivo il film della prima trilogia (in Italia e in USA nel 2012), la sceneggiatura è di Jessica Postigo ("Operation Checkmate"), la regia di Scott Charles Stewart (Priest, Legion...), i due protagonisti saranno Lily Collins (Clary) e Jamie Campbell Bower (Jace, nella foto a sinistra). Il film è prodotto dalla Screen Gems.
C'è un sito italiano dedicato agli Shadowhunters di Cassandra Clare che vi consiglio di tenere monitorato se siete fan della saga: http://shadowhunters-italia.com/

venerdì 22 luglio 2011

ABBANDONARE UN LIBRO E' UN DIRITTO


Ebbene sì, sono colpevole. Ho abbandonato un libro a metà, anzi, forse ancora più della metà. E non è la prima volta (sono recidiva). Mi è capitato in più occasioni con acquisti sbagliati - libri per ragazzi mascherati da libri per adulti e davvero illeggibili dopo i 17 anni - o con regali. Ma questa volta la causa non è da ricercare nella cattiva scrittura, bensì nel plot un po' lento e monotono e nella mia poca voglia... Dunque ho lasciato "Prigione di neve" ma confido un giorno di trovare l'occasione giusta per riprenderlo in mano e tornare a leggerlo fino alla fine. Niente recensione quindi - sarei troppo negativa per scrivere un commento serio e imparziale. E impugno il diritto concesso a ogni lettore di chiudere il libro per sempre o per un po'. Fino alla prossima volta.

mercoledì 20 luglio 2011

L'ULTIMA LETTERA D'AMORE


Londra, oggi. Ellie, una giornalista inglese trentenne che lavora per il settimanale femminile di un’importante testata, durante una ricerca negli archivi del giornale in cui lavora a caccia di una storia che le eviti il licenziamento, si imbatte in una lettera d’amore degli anni Sessanta: è di un uomo che chiede alla sua amante di lasciare il marito per stare con lui. Incuriosita dalla storia dei due sconosciuti, e nella speranza di trarne un buon articolo, Ellie decide di fare ulteriori ricerche per riuscire a sapere cosa ne è stato di quell’amore… Londra 1960. La giovane e bella Jennifer si sveglia in un letto d’ospedale dopo un incidente d’auto in cui ha rischiato di perdere la vita. Non riesce a ricordare nulla: non sa più chi è, non riconosce l’uomo che dice di essere suo marito, il loro appartamento, gli amici comuni. Un giorno però trova nella sua camera da letto una lettera nascosta in un libro, una lettera d’amore di un uomo che non è suo marito, e lentamente inizia a ricordare… L’ultima lettera d’amore di Jojo Moyes, best seller in Inghilterra e finalista di vari premi letterari, è a storia, sorprendente, originale e romantica, di due donne di età differenti che si ritrovano unite in uno stesso irresistibile sentimento d’amore.
Dopo "Brivido Eterno" - lo so, avrei dovuto lasciarlo sugli scaffali della libreria solo per il titolo... - temevo il peggio per la scelta delle mie letture delle vacanze. Invece sono stata davvero soddisfatta di leggere "L'ultima lettera d'amore" di Jojo Moyes. L'Autrice inglese (nella foto, classe 1969) per me finora del tutto sconosciuta è riuscita infatti a ricreare con le parole la magia dei film anni Sessanta utilizzando uno stile brillante, pulito e arguto, dialoghi freschi e garbati, mai banali, e una storia d'amore che si sviluppa come un thriller e ti affascina e rapisce, tanto che a momenti risulta impossibile abbandonare la lettura. Davvero un libro coinvolgente e che lascia molti spunti di riflessione. Certo non è un dark fantasy & affini, ma è comunque un'opera che emoziona e conquista.

Genere: romanzo d'amore e thriller
Voto da 0 a 5: 5
Consigliato a chi: ama i film anni Sessanta e le storie d'amore complesse e mai banali
Curiosità: la casa editrice Elliot curiosamente ha deciso di non rivelarci quasi niente dell'autrice nel risvolto di copertina dedicato alla biografia. Si dice solo che ha pubblicato diversi bestsellers e vinto molti premi a livello internazionale. Andando in rete si scopre che in Italia questo è il suo terzo libro tradotto e pubblicato (Silver Bay nel 2009 per Mondadori e Affari di famiglia nel 2003 per Sonzogno) mentre in Inghilterra è ormai al suo settimo libro. E' anche strano che da noi abbia pubblicato con diversi marchi editoriali: di solito quando un'autrice vale (e vende) le case editrici se la tengono stretta... Indagherò.

mercoledì 6 luglio 2011

MENO UNO - BRIVIDO ETERNO

Il piacere vero, quello che fa perdere i sensi, è qualcosa che Tayla non ha mai conosciuto. Destinata a proteggere la specie umana dalla minaccia costante dei demoni, non si concede distrazioni. Poi viene portata d'urgenza in un ospedale sotterraneo gestito da esseri sovrannaturali, e lì, per la prima volta, viene scossa da un brivido sottile e insistente che le apre le porte di una nuova dimensione. Ed è proprio la sua nemesi a risvegliare in lei queste sensazioni sconosciute. Eidolon, un demone centenario alla ricerca di una compagna per l'eternità, non può resisterle. Sono nemici, l'istinto li spinge ad annientarsi a vicenda, ma cadono entrambi vittime di una passione sfrenata. Nel frattempo Tayla viene travolta dai frammenti di un passato che la guidano verso la sua reale identità, rivelandole segreti che nessuno ha mai osato confessarle. In questo primo titolo della serie Demonica, Larissa Ione crea un mondo articolato e suggestivo, pervaso da presenze oscure e sensuali.
Cominciamo dall'inizio: vorrei non averlo mai letto. Non perché mi sia piaciuto da morire e abbia iniziato a nutrire una qualche dipendenza da questo libro, ma per l'esatto contrario: è stato infatti a tratti cosi' noioso che mi sono davvero pentita di averlo scelto per le vacanze, di più, mi sono anche vergognata, sulla spiaggia, di mostrarmi intenta a leggerlo... Siamo sulla scia di "Black Moon" di Keri Arthur, ovvero romanzi erotici spinti mascherati da fantasy solo per poter parlare di sesso, sesso, sesso. Chiariamoci: non disdegno un po' di sesso all'interno di un libro, anzi, ma dev'essere in giusta dose. Viceversa "Black Moon" sembrava quasi che non avesse una trama a favore delle scene di sesso, o meglio che quest'ultime fossero la vera struttura portante del libro e che la trama fosse stata scritta solo per poterle inserire... In "Brivido eterno" (serie Demonica) per fortuna un po' di sforzo Larissa Ione, l'autrice, l'ha fatto - a parte i nomi orribili, soprattutto quello del protagonista maschile, Eidolon, che anche se richiama il mito del mutaforma, rimane allucinante - e, se non un plot avvincente, per lo meno è riuscita a creare un mondo sufficientemente credibile e articolato. Il resto è solo grasso che cola, come si suol dire. La morale qual è? Che mi sono di nuovo fidata del giudizio di Keira che pero' mal si armonizza con i miei gusti, e che sicuramente non continuero' a leggere la serie di Demonica come non ho seguitato a leggere quella della Arthur. Daro' ancora una chance a Keira? Non so.
Chiudo dicendovi che: a) la colpa di una recensione cosi' scarna e di questi accenti assurdi è della tastiera corsa - della Corsica intendo -: non ha la i, la a e la o accentate - ovviamente, non appartengono al vocabolario francese - e in più ha tutte le lettere spostate: come le vecchie macchine da scrivere di una volta, se qualcuno se le ricorda ancora... b) ho appena iniziato a leggere "L'ultima lettera d'amore" ed è davvero una boccata d'aria rigenerante: fresco, brillante, con dialoghi arguti e divertenti e personaggi mai scontati. Lontani dai "modelli" demoni di "Brivido eterno" (che riecheggiano quelli di J.R. Ward, autrice di un'altra serie di libri davvero inavvicinabili per me) ma molto, molto più affascinanti!

Genere: paranormal romance spinto
Voto da 0 a 5: 1 e mezzo
Consigliato a chi: anche non consigliato. Diciamo che a leggerlo non ci guadagnate proprio nulla.

Curiosità: gli americani hanno gradito molto questo libro che, anche nei siti di acquisto online più famosi ha commenti molto lusinghieri. La serie completa è di cinque volumi. La copertina americana (qui a lato) è molto più esplicita e chiara di quella italiana.

lunedì 27 giugno 2011

I MIEI LIBRI PER LE VACANZE

Due settimane di vacanze in relax (si fa per dire, con i bimbi!) fanno quanti libri da leggere? Ogni anno sbaglio e ne prendo troppo pochi, costringendomi ad acquistare qualche libro in loco magari in lingua e magari orribile... Spero quest'anno di averci preso e di avere letture a sufficienza e di qualità.


Cassandra Clare - Shadowhunters, Le origini. L'angelo
p. 474 euro 17 Mondadori

Prequel della famosa serie YA già uscita per Mondadori. Cassandra scrive divinamente e, anche se è un YA, è un libro accessibile da tutti, adulti compresi. Non amo i prequel, moda che trovo un po' cretina: che senso ha andare a ritroso? Uno ha piacere a sviluppare la storia in avanti, non a sapere come è cominciato, visto che ha già letto come è finito... o no? Mi sono sempre chiesta che motivo di esistere hanno i prequel: vengono scritti perché gli autori non hanno più idee sul futuro e quindi preferiscono restare su un terreno che conoscono? E' una risposta a richieste di fan? Altro? Capisco il caso di Guerre Stellari, ma qui mi sembra un po' eccessivo. Ad ogni modo visto la fiducia che accordo a Cassandra, vale la pena concederle una possibilità...



p. 856 euro 9.40 Tea

Altieri lo conosco da tempi non sospetti, ovvero da quando scrisse un racconto per un'antologia horror Mondadori dedicato a uno spaventapasseri. Era veramente angosciante e scritto tremendamente bene, quindi il suo nome mi si è stampigliato in testa con forza. Poi vengo a sapere, circa un anno fa, che sarà lui il responsabile della collana Dark Love della Mondadori - che mi interesserebbe anche, solo che in libreria finora non ho trovato un solo libro... forse cerco dalla parte sbagliata?. Invece sugli scaffali mi sono imbattuta in questo primo di una trilogia. Il medioevo mi ha sempre appassionata (dai tempi dell'Università) e il gotico anche. Il prezzo era super abordabile. Dunque ho provato.

 
 
p. 488 euro 18.50 Elliot 

Lo so, non è il mio genere. E il titolo non aiuta, anzi (abbastanza banale, come la copertina del resto). Però è capitato. E' capitato che, sempre a Torino, dentro al sacchetto che conteneva i due libri di Libba Bray, mi ci abbiano infilato due anticipazioni. Una era di un thriller che non mi ha particolarmente colpito. L'altra invece di questo libro. Ho letto le 20 paginette in formato micro e mi hanno preso come non mai. In più ho letto una recensione che diceva che è una storia d'amore ma con molta suspence e sono capitolata. Vi saprò dire se questa virata sul romanzo d'amore mi farà approdare da qualche parte.



p.393 euro 10.00 Leggereditore 

Mah, forse tra tutti è il più a rischio. Perché non sono certa che la storia e la scrittura stiano in piedi. Mi sono lasciata convincere da una recensione molto entusiastica di Keira (The Book Lover) e dal fatto che, non molto tempo fa, ho letto un altro libro di questo marchio della Fanucci (La ragazza del libro dei fuochi) che mi è piaciuto molto. Ho pensato di provare a dare credito al marchio e, naturalmente, a Keira, di cui però non sempre condivido i gusti letterari. Incrocio le dita.

sabato 25 giugno 2011

COSA STO LEGGENDO



Nel frattempo ho ripreso a leggere, sempre un acquisto di Torino. Affezionata ormai da anni alla Fazi - da prima di Stepheniey Meyer, è una casa editrice che nel genere sbaglia difficilmente le proposte e che cura in modo particolare i suoi libri - mi sono lasciata tentare da "Prigione di neve" di Jan Elizabeth Watson che sembrava avere delle affinità con il genere distopico e mi intrigava molto (un piccolo inciso: chi ama il genere non si deve perdere, sempre della Fazi, "Matched", di Allie Condie, davvero particolare e ricco, un libro che mi ha molto colpito). La trama la potete leggere qui e, essendo la mia lettura appena cominciata (sono a un terzo del libro), non me la sento di commentarlo troppo. Posso solo dire, finora: inizio un po' lento, storia interessante, ancora non è decollato. A breve ulteriori ragguagli. Il prossimo post invece sarà su "Angeli ribelli" di Libba Bray che ho già finito e passato alla mia "amica karmica" che condivide con me questa insana passione.

venerdì 24 giugno 2011

UNA GRANDE E TERRIBILE BELLEZZA

Trama:
Fine ottocento. Alla morte della madre, e trascurata da un padre schiavo del laudano, la sedicenne Gemma Doyle è costretta a lasciare l'amata Bombay, dove ha trascorso l'intera infanzia, per un severo e cupo collegio femminile appena fuori Londra, la Spence Academy. Qui, dopo molti tentativi, riesce a far parte dell'esclusivo gruppo formato dalla ricca Felicity, la vezzosa Pippi e l'imbranata Anne. Dopo il primo periodo di permanenza, costellato di noiose lezioni, assurde prove di maschilismo del corpo insegnante, rigida disciplina, e soprattutto oscure visioni (nonché dalla presenza di Kartik, un giovane misterioso e seducente che l'ha seguita fin dall'India e l'avvisa di non dar retta ai sogni che la funestano), Gemma trova un diario segreto che le svela l'esistenza dell'Ordine, una congrega di sole donne dedita alla magia, alla scoperta di universi paralleli dove tutto è possibile, e della quale forse faceva parte la stessa madre. Assieme alle amiche, e nonostante la ferma opposizione di Kartik e di altri a lui vicini, la ragazza è intenzionata a saperne di più, a ribellarsi alle regole e a raggiungere la grotta nascosta dove l'attende un destino inatteso.

Alla Fiera del libro di Torino mi sono lasciata intrigare da un libro di un'autrice che mi sembrava di conoscere, o meglio, di riconoscere - il suo nome mi diceva qualcosa, forse l'avevo letto in qualche recensione o in un commento su internet. Sto parlando di Libba Bray, scrittrice texana e autrice di "Una grande e terribile bellezza" edito dalla casa editrice Elliot. Il volume, uscito nel 2008, causalmente mi era sfuggito fino a questo maggio e al passaggio per lo stand della casa editrice romana. Lì, catturata dalla copertina del secondo volume della trilogia, "Angeli ribelli", mi sono avvicinata anche a questa prima opera e, presa da un raptus, ho acquistato entrambi i libri.
Mi sono trovata di fronte all'ennesima "truffa" del mercato editoriale italiano per i dark fantasy: ancora una volta un Young Adult non dichiarato. Non sopporto di scoprire che sono libri per ragazzi così, ex abrupto, anche perché la maggior parte degli YA sono veramente troppo per ragazzi, illeggibili o quasi da un lettore adulto e vaccinato come me. Se ne salvano ben pochi (la trilogia di Stephanye Meyer, i quattro volumi della serie degli angeli di Cassandra Clare, i libri di Melissa Marr...) e grazie alla scrittura o al ritmo della narrazione coinvolgenti. Elementi che nella stragrande maggioranza dei restanti YA sono surclassati da una serie di banalità o di paturnie adolescenziali davvero inaffrontabili.

mercoledì 22 giugno 2011

WELCOME... YOU ARE DEAD!


Questo blog è rivolto a tutti gli amanti del dark fantasy, paranormal romance, urban fantasy, thriller e gothic. E' dedicato a chi crede nel fascino del mistero, nel potere della suspence; a chi è convinto che i libri di questi generi non siano carta straccia solo perché si vendono bene, ma danno vita a un mondo che merita di essere esplorato. D'ora in avanti recensirò libri, annuncerò uscite, discuterò con chi vorrà seguirmi di libri da leggere e non. E parlerò di scrittura, di creatività... di come si può maneggiare questo blob informe che è la letteratura fantasy fino a produrne dei piccoli grandi capolavori in grado di tenervi incollati fino all'ultima pagina.

Per cominciare, vi lascio con una frase di Stephen King che vi servirà da chiave per leggere questi post. O per non leggerli, a vostro rischio e pericolo!

Ripetete con me il catechismo:
Credo che una monetina possa far deragliare un treno merci.
Credo che nelle fogne di New York ci siano alligatori, per non dire di topi grossi come pony Shetland.
Credo che si possa strappar via l'ombra a una persona con un picchetto da tenda.
Credo che esista davvero Babbo Natale e che tutti quei tizi vestiti di rosso che si vedono in giro per le strade a Natale siano i suoi aiutanti.
Credo che intorno a noi ci sia un mondo invisibile.
Credo che le palline da golf siano piene di gas velenoso e che, a tagliarne una in due respirando l'aria che ne viene fuori, si resti uccisi.
Soprattutto, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi.
Ci siamo? Pronti per partire. Qua la mano. Si va. Conosco la strada. Non avete che da reggervi forte... e credere.
Stephen King