venerdì 24 giugno 2011

UNA GRANDE E TERRIBILE BELLEZZA

Trama:
Fine ottocento. Alla morte della madre, e trascurata da un padre schiavo del laudano, la sedicenne Gemma Doyle è costretta a lasciare l'amata Bombay, dove ha trascorso l'intera infanzia, per un severo e cupo collegio femminile appena fuori Londra, la Spence Academy. Qui, dopo molti tentativi, riesce a far parte dell'esclusivo gruppo formato dalla ricca Felicity, la vezzosa Pippi e l'imbranata Anne. Dopo il primo periodo di permanenza, costellato di noiose lezioni, assurde prove di maschilismo del corpo insegnante, rigida disciplina, e soprattutto oscure visioni (nonché dalla presenza di Kartik, un giovane misterioso e seducente che l'ha seguita fin dall'India e l'avvisa di non dar retta ai sogni che la funestano), Gemma trova un diario segreto che le svela l'esistenza dell'Ordine, una congrega di sole donne dedita alla magia, alla scoperta di universi paralleli dove tutto è possibile, e della quale forse faceva parte la stessa madre. Assieme alle amiche, e nonostante la ferma opposizione di Kartik e di altri a lui vicini, la ragazza è intenzionata a saperne di più, a ribellarsi alle regole e a raggiungere la grotta nascosta dove l'attende un destino inatteso.

Alla Fiera del libro di Torino mi sono lasciata intrigare da un libro di un'autrice che mi sembrava di conoscere, o meglio, di riconoscere - il suo nome mi diceva qualcosa, forse l'avevo letto in qualche recensione o in un commento su internet. Sto parlando di Libba Bray, scrittrice texana e autrice di "Una grande e terribile bellezza" edito dalla casa editrice Elliot. Il volume, uscito nel 2008, causalmente mi era sfuggito fino a questo maggio e al passaggio per lo stand della casa editrice romana. Lì, catturata dalla copertina del secondo volume della trilogia, "Angeli ribelli", mi sono avvicinata anche a questa prima opera e, presa da un raptus, ho acquistato entrambi i libri.
Mi sono trovata di fronte all'ennesima "truffa" del mercato editoriale italiano per i dark fantasy: ancora una volta un Young Adult non dichiarato. Non sopporto di scoprire che sono libri per ragazzi così, ex abrupto, anche perché la maggior parte degli YA sono veramente troppo per ragazzi, illeggibili o quasi da un lettore adulto e vaccinato come me. Se ne salvano ben pochi (la trilogia di Stephanye Meyer, i quattro volumi della serie degli angeli di Cassandra Clare, i libri di Melissa Marr...) e grazie alla scrittura o al ritmo della narrazione coinvolgenti. Elementi che nella stragrande maggioranza dei restanti YA sono surclassati da una serie di banalità o di paturnie adolescenziali davvero inaffrontabili.
Superata però la frustrazione per questo ennesimo - ahimé, la collana Shout della Mondadori mi ha tratto in inganno già due volte ma ormai ho imparato! - inganno, e superate soprattutto le prime pagine, abbastanza vuote e prive di pathos - anzi, a tratti vicine al ridicolo in alcune descrizioni di azioni - devo ammettere che il libro è partito, come si suol dire. All'inizio un po' al ralenti - tutte le manovre di avvicinamento tra Gemma, la protagonista, e le sue future amiche, Pippi (si può, un nome più brutto?), Ann e Felicity e anche alcuni momenti non di certo esaltanti del quotidiano di questa "scuola per signorine" in epoca vittoriana - ma poi, appena la magia prende piede e soprattutto quando si inizia ad annusare un po' di "alito infernale", se così lo possiamo definire, la storia svolta.
Il libro nel suo complesso non è meraviglioso - tante cadute di stile, momenti in cui l'azione doveva essere tenuta al culmine e invece il tutto veniva risolto in breve, come le pagine dedicate all'uccisione del cervo ad esempio - però alla fine lascia delle immagini intense - la bambina morta che accompagna lo spirito della madre; la personalità di Gemma, ribelle e ironica, un chiaroscuro tra bene e male; le amiche di Gemma, molto lontane dall'essere delle eroine e anch'esse molto borderline; i notturni, spesso suggestivi e inquietanti, come quello in cui le ragazze finiscono in mezzo a un gruppo di zingari non esattamente amichevoli - e, soprattutto, la voglia di leggere il secondo, di gran lunga meglio del primo. Magari nel prossimo post ve ne parlo. Forse, per il criterio esponenziale, il terzo batte tutti. Appena lo trovo in libreria lo verificherò.

Libba Bray, Una grande e terribile bellezza, 10,71 (versione economica), LIT (tascabili Elliot)

Genere: new gothic
Voto (da 0 a 5): 3
Consigliato a chi: meglio se a una ragazza (15 enne perfetto), e agli amanti della magia (nella quarta di copertina infatti si cita Harry Potter)
Curiosità: la casa editrice ha dedicato un sito alla trilogia, intitolato come la protagonista, Gemma Doyle. Qui si può leggere anche il primo capitolo del libro che però, come vi ho già accennato, non brilla di luce propria.

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