martedì 25 dicembre 2012

N. di Stephen King

Uno psicologo si lascia coinvolgere nel mondo irrazionale e apocalittico di “N.”, paziente affetto da disturbo ossessivo-compulsivo che muore suicida tormentato dalle proprie fissazioni. Tutto ruota intorno a un misterioso cerchio di megaliti nei pressi di una cittadina del Maine, punto focale di avvenimenti che trascineranno il medico, e altri dopo di lui, nella medesima follia.

Non sono molto pratica di grafic novel, ma non mi sarei persa "N." per niente al mondo. Stephen King (o Steve-o) è sempre il nostro Grande Maestro, e, anche se negli ultimi anni ho un po' latitato nella lettura dei suoi romanzi, posso dire di aver letto almeno l'80% delle sue pubblicazioni e sicuramente le più storiche e riuscite (IT, Stagioni diverse, L'ombra dello scorpione... sono tra i miei preferiti).
Mi sono approciata a "N." con curiosità e un filo di pregiudizio: la scrittura di King è visionaria ma la sua dote più grande per me è la capacità di entrare nella mente dei suoi personaggi e riuscire a trasmettere le loro follie quotidiane sulla carta con una naturalezza e profondità a volte sconcertanti. Quasi tutte le trasposizioni delle storie di King in pellicola ad esempio (fatto salvo per Shining) non mi hanno entusiasmato, e quindi non ero convinta che una grafic novel potesse rendere onore al merito dello scrittore del Maine.
Invece tanto di cappello all'illustratore (Alex Maleev) che ha saputo rendere benissimo l'angoscia che permea tutta la storia con tramonti incendiati e cupi, e che ha modificato via via l'espressione del viso del protagonista (il primo, quello che va dallo psicologo) come se fosse pongo modellabile, arricchendolo di molte sfumature emotive. 

lunedì 17 dicembre 2012

IL DARDO E LA ROSA di Jacqueline Carey

Terre D'Ange: un regno fondato dagli angeli e popolato da individui in cui una bellezza mirabile si accompagna a un'incondizionata libertà fisica e mentale. Un unico precetto guida infatti le Tredici Case che lo dominano: Ama a tuo piacimento. Destinata sin dalla tenera età a servire in una delle Case, Phèdre è nata con una piccola macchia scarlatta nell'occhio sinistro. Per molti, un difetto irrimediabile. Per altri, un segno rarissimo e sconvolgente: il Dardo di Kushiel, il marchio che contraddistingue le "anguissette", coloro che possono mescolare la sofferenza e il piacere per natura e non per costrizione. Ma quando il nobile Delaunay la riscatta, il futuro di Phèdre si apre verso l'ignoto: non consumerà i suoi giorni come perfetta cortigiana, diventerà una spia. Il regno di Terre d'Ange, infatti, è inquieto e agitato, e Delaunay vuole scoprire chi sta tramando nell'ombra... Un'eroina conturbante, una saga animata da poeti e cortigiani, regine e sacerdoti guerrieri, principi e vagabondi; un'epopea immersa in un'atmosfera che ricorda "Le mille e una notte" e che si snoda fra intrighi di corte e relazioni pericolose, viaggi e rivelazioni. 

Mancavo da tanto tempo da questo blog perché avevo un bel malloppone da leggere. Acquistato quasi per caso in una libreria di Firenze grazie ad alcuni commenti entusiastici trovati in rete, "Il dardo e la rosa" di Jacqueline Carey mi ha preso subito per la storia particolare e per questa dimensione medieval/rinascimentale che combina un'atmosfera da boudoir francese con l'epica e l'onore cavallereschi.
Il libro - quasi 900 pagine fitte fitte, una specie di Bibbia, ed è solo il primo di una saga! - non è tutto oro che luccica (data la mole ad esempio il ritmo a volte scende a picco per diverse decine di pagine e le storie narrate a volte risultano poco credibili o coinvolgono meno di altre) tuttavia regala una buona e piacevole lettura. Nel complesso si può dire che funziona, è ben scritto (con uno stile classico europeo, più che americano, ovvero con un'eleganza e cura delle parole, anche se privo di voli pindarici o di particolare poesia, se non nei dialoghi) e diversi elementi di originalità:
  • innanzitutto l'invenzione delle Terre d'Ange, questo mondo paradisiaco dove tutti sono bellissimi e la legge-religione invita ad "amare a tuo piacimento"; 
  • la protagonista, Phèdre, serva ma padrona in qualche modo delle sue scelte, dotata dell'arte di accondiscendere e di provare piacere nel dolore ma incapace di infliggerlo agli altri, bellissima ma piccola e fragile;