Un tema distopico che mi ha incuriosito subito. Avevo letto sul sito della Newton le prime 20 pagine (l'estratto proposto) e la lettura mi aveva preso, così sono andata in cerca del libro.
Il giardino degli eterni ha una scrittura asciutta e veloce, senza ricami né indulgenze. Non brillante ma neppure troppo scarna, adatta a questo tipo di storie.
La protagonista Rhine - dal fiume Reno - è caparbia e dura, e mente con il sorriso. Ma di lei il lettore viene a sapere troppo poco di ciò che pensa e di come ha vissuto la sua vita prima di essere rapita e diventare una sorella-sposa. Perciò l'empatia che si prova per Rhine fatica a crescere e il libro non riesce a coinvolgere.
La descrizione di questo mondo del futuro è sommaria, con pochi dettagli e molte incongruenze, tanto che a volte lo scenario proprio non sta in piedi.
I personaggi sono descritti troppo sommariamente, non c'è un vero e proprio approfondimento psicologico e i cattivi sono troppo cattivi.
La trama si rivela davvero esile: si racconta solo del tentativo di fuga di Rhine e del suo cuore diviso tra Gabriel - il giovane inserviente di cui si viene a sapere troppo poco perché ci possa apparire simpatico - e Linden, lo sposo imposto tenuto all'oscuro da tutte le macchinazioni e pertanto ingenuo e buono.
Infine la conclusione è precipitosa e poco credibile.
Un peccato perché l'idea di fondo era originale e la scrittura poteva reggere. Invece tutto rimane appiattito e distante. E sapere come va il seguito ha davvero poca attrattiva.
Consigliato a chi: ama i romanzi distopici ma non ha voglia di impegnarsi troppo nella lettura.
Giudizio (da 0 a 5): 2.
Curiosità: ha una copertina davvero assurda. I segni grafici inquadrati non hanno nessun senso. Dell'autrice ci viene detto pochissimo. Il titolo originale era più fedele alla storia anche se meno evocativo di quello italiano: "The chemical garden".
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