Il Re rimane sempre il Re. C'è poco da fare. Credo che Stephen King potrebbe scrivere anche l'elenco telefonico e sarebbe comunque interessante. Ho appena finito di leggere, tra un romanzo e l'altro, On writing. Autobiografia di un mestiere, del nostro Steve-O. Ebbene, non posso gridare al capolavoro, ma alcune pagine sono davvero illuminanti e uniche. Come sempre King ha una prosa brillante, informale ma curata al dettaglio, capace di creare - anche in un soggetto come questo, piuttosto tecnico - immagini vivide e interessanti. Ha davvero una dote unica.
Non lo si può paragonare ad altre "fabbriche di best-seller" perché la sua scrittura è davvero particolare e diversa. Nei suoi romanzi infatti è capace di entrare nella testa dei personaggi in un modo che raramente ho visto fare in letteratura. E' come se fosse nascosto nelle pieghe della loro anima e da lì ci raccontasse gli angoli più oscuri o più limpidi di ciò che vede.
Ma veniamo a questo libro. Tratta del mestiere di scrivere, mestiere a cui pochi eletti hanno accesso. Perché per lui coloro che praticano questo mestiere sono quelli che riescono a vivere scrivendo, dedicandosi anima e corpo alla scrittura. Oggi in Italia, soprattutto, ci sono davvero pochi scrittori a tempo pieno. Credo si possano contare sulla punta delle dita. La letteratura non paga, o paga poco.
Il suo libro non terrorizza e allo stesso tempo non rende semplicistico lo scrivere. Serve sacrificio, volontà e dedizione. Ma, se è ciò che si ama fare (e possibilmente anche ciò per cui si è nati...) tutto diventa più facile.
Il suo libro non terrorizza e allo stesso tempo non rende semplicistico lo scrivere. Serve sacrificio, volontà e dedizione. Ma, se è ciò che si ama fare (e possibilmente anche ciò per cui si è nati...) tutto diventa più facile.
King parte dalla sua autobiografia, raccontandoci nella prima parte del libro come si è avvicinato alla scrittura, gli eventi della sua vita che più l'hanno segnato, come è riuscito a farsi pubblicare il primo racconto e via dicendo. Nella seconda parte invece il libro si fa meno discorsivo e leggermente più tecnico, iniziando a parlare, finalmente, di scrittura. Si aprte dagli strumenti necessari - la borsa degli attrezzi - all'ispirazione, alla gestione dell'idea - che secondo Stephen esiste già prima dello scrittore, è solo da svelare, lavorando con gli attrezzi giusti, come se fosse un reperto archelogico sepolto e lo scrittore, trovandolo, cercasse di riportarlo alla luce con molta attenzione... -, agli stili, il linguaggio, i dialoghi, i retroscena, le correzioni... Fino a come pubblicare.
C'è molto ma non c'è tutto. E tuttavia le cose principali che un neofita della scrittura - ma anche chi pratica quest'arte da tempo - può cercare in un libro così. Per una volta siamo invitati con lui nel suo backstage. Ci porta per mano nella sua camera oscura, e i suoi "segreti" sono del tutti umani.
Consigliato a chi: vuole affinare le proprie arti, oppure entrare di più nel mondo di SK.
Voto (da 0 a 5): 5
Curiosità: nel libro si racconta anche il terribile incidente capitato al Nostro nel 2006. E' incredibile come, nel raccontarlo, riesca a far ridere...
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