martedì 6 novembre 2012

FRAGILITY di Rebecca Maizel

Miracolosamente sopravvissuta al rituale con cui ha ridato la mortalità all'amico Vicken, Lenah torna al campus di Wickham. Vuole riprendere in mano la sua vita da adolescente insieme con il fidanzato Justin e dimenticare il passato, i cinquecento anni trascorsi come Regina della Congrega dei vampiri di Hathersage. Ma al campus due sorprese la attendono: una spietata vampira pronta a tutto pur di apprendere il segreto del rituale, e Rhode. Il grande amore di Lenah è ancora vivo, ed è umano, proprio come lei. 

Ritornare a leggere una storia di vampiri è stato davvero come tornare a casa. Dopo una scorpacciata fino alla nausea di qualche anno fa, e soprattutto non trovando nulla più di nuovo o che valesse la pena sui non-morti, avevo deciso di abbandonare quella categoria per avvicinarmi ad altri paranormal: angeli, spiriti, zombie, persino cavalli infernali, nell'ultimo meraviglioso La corsa delle onde di Maggie Stiefvater. 
Poi è uscito Fragility di Rebecca Maizel, a poco più di due anni di distanza dal primo libro della saga, Eternity, che tanto avevo apprezzato. E così non ho esitato a rituffarmi in quel mondo. 
Ricordavo poco della trama, purtroppo - non avevo voglia di riprendere in mano il primo capitolo della saga - ma ho subito riconosciuto le qualità del libro che avevo amato: i due piani temporali incrociati (il quotidiano con il passato, soprattutto Medioevo e Settecento, due periodi che mi affascinano molto) ben dosati e ben evocati (soprattutto i periodi pià antichi); una storia romantica ma mai sdolcinata; una protagonista decisa e coraggiosa, che non presta il fianco a paranoie o a paure adolescenziali (anche perché è un ex vampiro spietatissimo!); una scrittura piana ma al contempo "adulta" e con una eleganza di stile che dona piacevolezza nella lettura.


Tuttavia ci sono stati alcuni elementi di questa seconda prova dell'autrice che non mi hanno del tutto convinta: l'inizio un po' brusco, troppo in media res - considerando il tempo intercorso dalla pubblicazione del primo libro della saga... avrei gradito un minimo di interludio iniziale; l'alternanza Justin - Rhode nel cuore di Lenah che ai miei occhi di lettrice appariva del tutto inconcepibile (come può un meraviglioso ex vampiro con cui hai condiviso più di cinquecento anni di amore e che ti ha donato la mortalità sacrificando se stesso passare in secondo piano, messo in ombra da un giocatore di Lacrosse biondo e inutile?); il finale un po' troppo affrettato (ma Rhode accetta senza colpo ferire?) e la conclusione un po' buonista  (l'eterna contrapposizone tra la vita moderna, vittima del progresso, e quella antica, nobilitata dalla cruda realtà e dalla durezza di un'esistenza nella natura... ). 
Per il resto il libro mi ha regalato una lettura più che piacevole: è ritmato, ha personaggi secondari che funzionano (uno su tutti Vicken, davvero riuscito)  e dei colpi di scena che alimentano la tensione, soprattutto nelle fasi di lotta/azione, davvero ben descritte e giuste nella misura delle parole.
Fragility ha  inoltre una bella atmosfera evocativa e sa coinvolgere a livello emozionale.
Insomma, un sì con qualche distinguo, credo che lascerò il verdetto finale al terzo e ultimo capitolo della saga.

Giudizio da 0 a 5: 4- 
Consigliato a chi: ha voglia di ritornare al mondo dei vampiri e leggere comunque una storia originale; ama un po' di elementi gotici; non sopporta le eroine sdolcinate e svampite.
Potresti leggere anche:  La notte dei vampiri di Nancy Kilpatrick (Newton Compton).
Curiosità: è vero, è una saga, ma questo libro è parzialmente autoconclusivo e si chiude il volume senza l'ansia dell'uscita del secondo ma in tranquilla attesa. 





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