mercoledì 11 aprile 2012

Hunger Games - The Mokingjay di Suzanne Collins

Katniss è sopravvissuta a due edizioni degli Hunger Games ma questa volta la situazione è compromessa: la ribellione è in stato avanzato, guidata dal Distretto 13 che ha organizzato la fuga di Katniss dall'arena. Del gruppo fanno parte Haymitch, Finnick, Gale, Beetle e Plutarch. Peeta è nelle mani di Snow, non si sa se ancora vivo. Ma quando il Distretto 13, per cercare di aizzare i distretti alla rivolta, comincia a mandare in onda riprese di Katniss mentre combatte contro i soldati di Capitol City, il Presidente Snow contraccambia con immagini di un Peeta sempre più malridotto e il mondo di Katniss comincia a vacillare. Presto scoprirà che non c'è una così netta divisione tra buoni e cattivi e che non potrà mai sentirsi pienamente al sicuro...


Ho letto il terzo e ultimo capitolo della saga su un ereader e in inglese. L'esperienza ha reso la lettura un po' strana all'inizio, facevo fatica a ritrovarmi, a sentire mia questa storia che mi aveva già coinvolto per due libri. Però poi, superati i pregiudizi iniziali nei confronti del mezzo e sciolta la lingua (devo dire la lettura della Collins in lingua originale rende merito alla sua scrittura secca e precisa), sono andata avanti veloce. Che dire di The Mokingjay? Che allo stesso tempo assomma tutte le qualità e gli aspetti negativi (pochi comunque, e meno pesanti di quelli positivi) dei due precedenti riuscendo, a differenza degli altri due libri, a regalarci un finale finalmente lungo e abbastanza soddisfacente (che non rivelerò per non spoilerare).
Le qualità innegabili in tutta la saga sono l'originalità del plot narrativo, la scrittura veloce e diretta, senza artifici, con poca aggettivazione, il ritmo avvicinente con continue svolte e colpi di scena, la raffigurazione di personaggi dal carattere ben determinato. I difetti sono alcune svolte narrative improvvise utilizzate per creare originalità e imprevisti (e quindi per generare suspense) ma non ben giustificate dalla trama (come il coinvolgimento di Gale nelle bombe paracadute, o come la comparsa di Prim nel "pronto soccorso" in trincea, o come la presunta "guarigione" di Peeta), il poco spessore psicologico di alcuni personaggi (Coin ma anche Annie, la moglie di Finnik o Beetle, ad esempio), il mancato indugiare sulle caratteristiche (peraltro molto interessanti e sempre originali) di questo mondo distopico.
Tali difetti sono ampiamente compensati dalle qualità anche in questo terzo libro, che in più ha il grande pregio di regalarci finalmente un buon finale che dà aria alla storia e la chiude in modo significativo (anche se da Katniss mi sarei aspettata più decisionismo, soprattutto in ambito sentimentale, dove veramente sembra accontentarsi di "chi rimane" più che scegliere). Unico elemento che mi ha particolarmente dato fastidio e che non compare negli altri libri: il training militare particolarmente esasperato, una passione tutta americana che fatico a condividere.

Giudizio da 0 a 5: 4 e mezzo.
Consigliato a chi: ama i distopici, i libri al cardiopalma, le storie originali.
Curiosità: in Inghilterra e in Germania il libro è schizzato alle stelle raggiungendo i primi posti in classifica grazie all'uscita del film. Noi dovremo aspettare ancora un po', purtroppo. Pare però che l'uscita del libro sia stata anticipata a prima dell'estate (maggio?). Se avete voglia, fate una piccola ricerca su Google Immagini scrivendo The Mokingjay gadgets o anche solo Hunger Games Gadget: vi si aprirà un mondo, dalle magliette con su scritto "District 12 Tribute" alle spille con la ghiandaia imitatrice...

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