mercoledì 17 ottobre 2012

IL PIACERE DEGLI UOMINI di Kate Williams

Londra, 1840. Catherine Sorgeiul, una ragazza di diciannove anni, fragile e con un passato familiare misterioso, vive in totale isolamento e solitudine con uno zio eccentrico nel quartiere popolare e degradato di Spitalfields. Quando una serie di orribili delitti di giovani donne travolge l'East End, a due passi da casa sua, Catherine inizia a interessarsi in modo morboso a questa tragica vicenda. Spinta dalla sua fervida immaginazione, e sempre più prigioniera delle ossessioni che la tormentano sin da quando era bambina, inizia a indagare di nascosto sugli omicidi e sul loro autore, soprannominato dai giornali l'Uomo dei Corvi. È infatti convinta di avere la chiave per risolvere il mistero e scoprire l'identità del terribile assassino. Mentre le morti si susseguono secondo un macabro rituale e la città precipita nel panico, Catherine si rende conto che il cerchio intorno a lei si sta stringendo e l'Uomo dei Corvi è ormai vicinissimo. La sua presenza inquietante aleggia ovunque, trascinandola in una spirale di inganni e terrore che rischiano di travolgere lei e chi le è vicino...

Ho comprato questo libro come faccio spesso: lasciandomi incantare dalla copertina, o dal titolo, o dalla quarta. In questo caso il titolo mi ha attratto, ma è stata poi la descrizione della trama a conquistarmi definitivamente. Prima di leggerlo (ne avevo ancora uno da smaltire, Starters), ho letto in rete su ibs.it i commenti degli altri e mi sono smontata: tutti i pareri presenti davano al libro il voto più basso (1 su 5) e dicevano che era confuso, troppo torbido (insisteva inutilmente su particolari splatter o fastidiosi), con un'ambientazione falsata (sedicente Londra di fine Ottocento) e in definitiva inconcludente. 
Però io non demordo, e spesso vado controcorrente senza preoccuparmi del giudizio altrui, quindi ho iniziato "Il piacere degli uomini" cercando di non farmi condizionare da ciò che avevo letto. 

La storia è tutta a chiaroscuri, procede sempre in bilico tra realtà e finzione, tra sogno e desiderio, tra bene e male. La protagonista è dotata di una fervida immaginazione e di un grande senso di colpa (crede di essere stata lei a "chiamare" in qualche modo i criminali che hanno portato via suo fratello quand'erano bambini) e i due elementi in lei si fondono dando vita a veri e propri sogni ad occhi aperti.
Quando immagina le cose prendono vita, gli oggetti si spostano, e la morte prende il sopravvento su tutto.
Catherine Sorgeuil, 19 anni e un passato intriso di sangue e tragedie che sta cercando di dimenticare, arriva nella casa dello zio con un bagaglio di ombre difficili da dissipare. Lo zio inoltre, anziché aiutarla sembra voler alimentare ancora di più le sue fantasie, invitando a tarda notte personaggi misteriosi e dicendole di non aprire una particolare porta perché finta... ma ovviamente tale non si rivelerà quando la protagonista cercherà di muovere la maniglia.
L'ambientazione è una Londra decadente, vittima della crisi, dell'afa e di un serial killer chiamato "L'uomo dei corvi" che pesca le sue vittime tra le giovani donne non benestanti. E' una città piena di contrasti, tra le signorine impomatate che vanno ai balli e i bambini con le mani ustionate che chiedono l'elemosina, tra le vie lustre e piene di negozi luminosi dove espongono addirittura la copia della torta della regina alle squallide strade infestate dagli odori degli animali, della malattia, della povertà. E' una Londra viva, pulsante, famelica, che non dorme mai.
La scrittura di Kate Williams è evocativa, poetica, elegante. E' vero, nel libro ci sono molti quadri descrittivi che fanno arricciare il naso e riempiono la testa di immagini cupe e degradanti... ma lo stile e la cura con cui sono scritti ammortizzano il colpo. E poi sono scene necessarie a costruire l'atmosfera del libro, questa sorta di allucinazione perenne, di incubo dal quale neppure le ultime pagine ci salvano totalmente, ci fanno uscire "a rimirar le stelle". L'unica pecca che posso segnalare de "Il piacere degli uomini" è un finale un po' precipitoso, salvato da una sorta di "Epilogo" più lungo e interessante. Ma il momento in cui si svela il serial killer è davvero troppo veloce e, dopo tante pagine passate a immaginarselo... bisognava soffermarsi di più su quei momenti. Ad ogni modo rimane sempre un bel libro, che consiglio vivamente. Non fa paura, ma oscura i pensieri. E immerge nella mente contorta e ossessionata della protagonista, regalando un viaggio negli abissi del cervello umano.

Giudizio da 0 a 5: 4.
Consigliato a chi: ama i romanzi gotici, le ambientazioni londinesi.
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Curiosità: copertina un po' assurda, ricorda i romanzi Newton Compton... io avrei scelto qualcosa di più dark e cupo.

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