giovedì 2 febbraio 2012

Warm Bodies di Isaac Marion



Divertente, dark, Warm Bodies esplora cosa accade quando il freddo cuore di uno zombie viene tentato dal calore dell'amore umano. Romanzo d’esordio acclamato in America e nel Regno Unito, arriva in Italia Ia storia di uno zombie atipico, amato da autori come Stephenie Meyer, Josh Bazell e Audrey Niffenegger. I diritti di traduzione sono stati già acquisiti da 18 paesi. Stephenie Meyer è la più grande supporter di questo romanzo, tanto da averne fatto acquisire i diritti alla Summit Entertainment, la stessa casa di produzione cinematografica della saga di Twilight. Il film, già in lavorazione, avrà come protagonista Nicholas Hoult (New Moon, About a Boy, A Single Man, X-Men – L’inizio). R è un ragazzo in piena crisi esistenziale: è uno zombie. Non ha ricordi né identità, non gli batte più il cuore e non sente il sapore dei cibi, ma nutre molti sogni. La sua capacità di comunicare col mondo è ridotta a poche, stentate sillabe, ma dentro di lui sopravvive un intero universo di emozioni. Un giorno, mentre ne divora il cervello, R assaggia i ricordi di un ragazzo. Di lì a poco, per lui cambierà ogni cosa; intreccia una relazione con la ragazza della sua vittima, Julie, e sarà per lui un’esplosione di colori nel paesaggio grigio e monotono che lo circonda. Perché l’amore per lei lo trasformerà in un uomo (e in un morto) diverso, più combattivo e consapevole. Di qui avranno inizio una guerra feroce contro i suoi compagni d’un tempo e una rinascita dalle conseguenze inimmaginabili. 

Gli zombie non mi sono mai piaciuti e l'idea di una storia d'amore tra uno zombie e un'umana mi suscitava solo ribrezzo, non curiosità. Ho cominciato quindi la lettura un po' prevenuta su questi cadaveri putrescenti ma confortata sulla qualità dell'opera da alcune certezze. Avevo acquistato infatti questo libro suggestionata dai commenti favorevoli di diversi scrittori in rete, uno fra tutti Stephenie Meyer; tranquillizzata dalla sigla del libro (di solito la Fazi pubblica volumi che incontrano il mio favore); e sollevata all'idea di non dover leggere un Young Adult.
Le prime pagine sono abbastanza respingenti: cadaveri dappertutto, la vita degli zombie, monotona e piena di elementi splatter, un mondo in disfacimento. Sono stata più volte tentata di mollarlo ma ciò che mi ha fatto continuare, nonostante tutto, è stata la scrittura: bella, elegante, evocativa. Un tipo di scrittura - e di ritmo - che di solito non si addice a questo genere di libri. Tutto il pacchetto - copertina, titolo, disegni interni - è stato concepito come una cornice classica, raffinata, a una storia narrata con grande stile. 
Il punto di vista del racconto è dello zombie "R" (si ricorda solo l'iniziale del suo nome) e procede - un po' come gli zombie - con estrema lentezza. Finché R non incontra Julie. Galeotto in questo caso è il cervello del fidanzato di lei, Perry, che viene mangiato da R. L'assorbimento dell'organo procura allo zombie delle forti visioni dei ricordi di Perry con Julie e R se ne innamora. Così decide di risparmiarla e la porta nel "covo" degli zombie, l'aeroporto dove lui vive in un aereo, confortato da quei pochi cimeli che gli dicono ancora qualcosa: cd, quadri, statuine... 

R non è uno zombie come gli altri, vuole scoprire, capire, vorrebbe amare. Si sforza di comprendere cosa ha ridotto il mondo così, cosa ha sviluppato la piaga degli zombie - un virus, un errore, uno sbarco alieno? -, chi o cosa ha creato gli Ossuti, ovvero gli zombi senza carne, sorta di guru che comandano tutto il branco di cadaveri. Questo nuovo sentimento per Julie lo cambia ulteriormente e, cosa strana, a poco a poco cambia anche gli altri zombie dando il via a una lenta ma significativa rivoluzione. 
Non vi racconto tutta la storia - per quello c'è la quarta, che vi incollo come di consueto in testa alla recensione - e soprattutto come al solito sarò attenta a non svelarvi il finale. Vi dico solo che la vicenda comincia a complicarsi e a coinvolgere veramente solo quando R e Julie entrano nella roccaforte degli umani, una città costruita dentro uno stadio, e quando l'amore tra i due inizia veramente a manifestarsi. Molto belle sono le considerazioni sulla fine del nostro mondo e sulla possibilità di "aggiustarlo" (Everything it's easy, if you try). La filosofia insomma che sta dietro al libro (vagamente distopico), è interessante e pone molti spunti per una riflessione sull'uomo e sul rapporto con l'ambiente. La scrittura è molto maschile, elegante ma un po' parca nelle descrizioni: non entra troppo nei sentimenti ma preferisce raccontare, evocare. 
Il libro è arricchito, a ogni inizio capitolo, da disegni di parti anatomiche in stile Ottocento davvero d'effetto. La copertina è stupenda: molto alta, molto esclusiva. Forse non esattamente popolare, ma perfetta per questo libro.

Giudizio da 0 a 5: 4.
Consigliato a chi: non si è perso un film sugli zombie, è stufo dei paranormal romance, ama un po' i distopici.
Curiosità: l'autore (classe 1981) è alla sua prima opera, che in origine era costituita da una serie di racconti e poi, su suggerimento dell'editor, è diventata un libro. Stephenie Meyer si è proprio innamorata del libro, tanto da convincere una casa di produzione a farci un film. Il libro è denso di citazioni mai banali, da Shakespeare ai Beatles a Sinatra.

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