venerdì 30 marzo 2012

IL CIRCO DELLA NOTTE di Erin Morgenstern

 Appare così, senza preavviso. La notizia si diffonde in un lampo, e una folla impaziente già si assiepa davanti ai cancelli, sotto l'insegna in bianco e nero che dice: "Le Cirque des Rèves. Apre al crepuscolo, chiude all'aurora". È il circo dei sogni, il luogo dove realtà e illusione si fondono e l'umana fantasia dispiega l'infinito ventaglio delle sue possibilità. Un esercito di appassionati lo insegue dovunque per ammirare le sue straordinarie attrazioni: acrobati volanti, contorsioniste, l'albero dei desideri, il giardino di ghiaccio,.. Ma dietro le quinte di questo spettacolo senza precedenti, due misteriosi rivali ingaggiano la loro partita finale, una magica sfida tra due giovani allievi scelti e addestrati all'unico scopo di dimostrare una volta per tutte l'inferiorità dell'avversario. Contro ogni attesa e contro ogni regola, i due giovani si scoprono attratti l'uno dall'altra: l'amore di Marco e Celia è una corrente elettrica che minaccia di travolgere persino il destino, e di distruggere il delicato equilibrio di forze a cui il circo deve la sua stessa esistenza. 

Il circo della notte è ammaliante. La storia che racconta Erin Morgensten e il modo in cui riesce a farlo, come se la sussurrasse all'orecchio, ha qualcosa di ipnotizzante. Ci sono tre livelli, salti temporali, due diverse voci narranti - in seconda persona e in terza onniscente -, molte vicende che si mescolano e tanti personaggi secondari eppure, nonostante tutto questo gioco di specchi e di rimandi, l'atmosfera del Circo ti prende e ti cattura. L'autrice accompagna il lettore a vedere ogni minima acrobazia, ogni attrazione sul filo, ogni scampolo di magia che ammanta i tendoni in bianco e nero e i suoi artisti dal tramonto all'alba. In tutta questa elaborata costruzione, affascinante e perturbante... si perde un po' per strada l'intreccio principale, quello dei due protagonisti, l'illusionista Celia Bowen e il contabile Marco Alistair. La storia d'amore infatti, che pur ha toni epici, favolistici, e che promette fuoco e fiamme, saette e tempesta si sgonfia come un soufflé tirato fuori troppo presto dal forno lasciando un senso di delusione nei confronti di quello che sarebbe potuto essere scritto. Non si pretendevano scene bollenti o azioni al cardiopalma, solo un po' più di interazione tra i due personaggi mostrata e non raccontata, un po' più di vita tra i due amanti-nemici. Si chiude il libro grati per il retrogusto speziato rimasto in bocca ma insoddisfatti, con l'impressione che manchi qualcosa. Quello che Erin Morgenstern ci ha fatto assaporare, il mondo in cui, grazie al suo suadente invito, siamo entrati, è disabitato. 

Giudizio da 0 a 5: 4 rimane comunque un bellissimo libro che merita di essere letto.
Consigliato a chi: ama la magia, le storie d'amore romantiche, gli artisti del circo.
Curiosità: l'autrice è inglese, ma il libro è uscito anche da case editrici americane. Curiosamente Rizzoli ha scelto come copertina quella Canadese, secondo me non brillante, in luogo di quella inglese, che variava di poco, ma che aveva più attrattive. Andate a curiosare! Altra particolarità: non perdetevi i ringraziamenti, che, sfruttando il tema del libro, sono raccontati con uno stile originale e brillante. Dimenticavo: traduzione brillante ed editing apparentemente senza refusi... un miracolo in questi libri di genere. Finalmente!

venerdì 16 marzo 2012

The Giver di Lois Lowry

Jonas ha dodici anni e vive in un mondo perfetto. Nella sua Comunità non esistono più guerre, differenze sociali o sofferenze. Tutto quello che può causare dolore o disturbo è stato abolito, compresi gli impulsi sessuali, le stagioni e i colori. Le regole da rispettare sono ferree ma tutti i membri della Comunità si adeguano al modello di controllo governativo che non lascia spazio a scelte o profondità emotive, ma neppure a incertezze o rischi. Ogni unità familiare è formata da un uomo e una donna a cui vengono assegnati un figlio maschio e una femmina. Ogni membro della Comunità svolge la professione che gli viene affidata dal Consiglio degli Anziani nella Cerimonia annuale di dicembre. E per Jonas quel momento sta arrivando... 

Un mio collega mi ha passato via mail una lunga discussione sui distopici dove si elogiava The Giver di Lois Lowry, che non avevo mai letto. Recentemente ripubblicato il libro ha visto la luce del sole nel 1993, è il primo di una trilogia, che la Giunti ha da poco finito di dare alle stampe nella collana Young Adult (il terzo volume, Il messaggero, è uscito proprio in questi primi mesi). L'autrice, statunitense, ha pubblicato una trentina di libri in America, tra cui molti best-seller. The Giver è considerato uno dei baluardi del genere distopico. Come il libro di Beatrice Masini, Bambini nel bosco, pur essendo un'opera per ragazzi è godibile anche da un pubblico adulto, in grado forse ancora meglio di comprenderne il valore simbolico.

The Giver è asciutto, diretto, fresco. Un romanzo che si legge in una sera - davvero breve - in cui si dipinge un mondo angosciante, dove l'Uniformità in favore di una vita più sicura e serena ha azzerato ogni forma di individualità, dove non è possibile scegliere, sentire, provare... Tutto è preciso e codificato, controllato. Gli animali, i colori, la musica, le colline (!) non fanno più parte della vita. Tutto è grigio, piatto, incolore, la morte è chiamata "Congedo", l'Amore è ritenuto una parola troppo vaga e lontana dal quotidiano (le famiglie vengono formate ad hoc, con figli assegnati, i rapporti sessuali sono banditi e frenati da opportune pillole "anestetizzanti") e alle persone è stata azzerata la memoria, tanto che nessuno ormai vive il senso di colpa o ha esperienza di cosa c'era prima.

giovedì 8 marzo 2012

Immortal di Alma Katsu

 È un inverno che non dà scampo quello che avvolge nel gelo e nella neve il piccolo paese di St. Andrew, nel Maine, a pochi chilometri dal confine canadese. È notte e la foresta ghiacciata pare sussurrare nell'oscurità. Luke, giovane medico di turno al pronto soccorso, si ritrova davanti una ragazza dall'apparente età di diciannove anni e dalla bellezza eterea e struggente. È atterrita e chiusa nel silenzio, ma i suoi occhi sembrano gridare. Ha appena ucciso un uomo, abbandonandone il cadavere nel bosco. Si chiama Lanny e, con voce appena udibile, sostiene di aver ucciso quell'uomo perché era stato lui a chiederglielo. Prega Luke di aiutarla a scappare. Quando il dottore rifiuta, Lanny afferra un bisturi e si squarcia il petto nudo. Quello che succede dopo cambierà le loro vite per sempre. Luke, sconvolto, accetta di aiutarla a scappare oltre confine. E durante la fuga, lei gli rivela il proprio passato. Lanny è immortale e ha più di duecento anni. Il suo è il racconto di una donna travolta da un amore torbido, appassionato e mai ricambiato abbastanza. È il racconto di un uomo ossessionato dalla bellezza e dal bisogno oscuro di possederla, un uomo che trasforma la passione fisica in uno strumento di dominio. È il racconto del terribile prezzo da pagare in cambio della vita eterna. 

Una ragazza che conosco e stimo mi ha consigliato di leggere questo libro. Così, in libreria per altri motivi, l'ho visto e mi sono ricordata del suggerimento. La fascetta sostiene che sia un "Twilight per adulti": di vero in questa frase c'è solo l'informazione che il libro è per adulti. Con Twilight non ha nessuna parentela, né nella scrittura, né negli argomenti, né nella costruzione dei personaggi...
E' un romanzo però che merita attenzione. Riunisce in sé infatti un mix di ingredienti: l'elemento soprannaturale (non vampiri ma esseri immortali resi tali da una pozione magica) in un contesto normale (proprio degli urban fantasy); la narrazione a più livelli con momenti storici differenti (si passa dagli anni odierni al 1800 a Boston al 1300 in Romania) propria dei romanzi storici; la storia d'amore complessa e combattuta propria dei paranormal romance. Ebbene, il libro è la fusione di questi tre generi con una costruzione narrativa a scatole cinesi un po' azzardata ma che non mi è dispiaciuta. Infatti il "contenitore", ovvero la storia al giorno d'oggi, è scritto usando la terza persona (narratore onniscente) mentre le vicende dell'Ottocento - essendo il racconto della protagonista, Lanore - sono in prima persona. Espediente che all'inizio crea un po' di spaesamento nel lettore attento, ma poi si rivela essere uno strumento perfetto per coinvolgere meglio.
Ma veniamo ai pregi e ai difetti di questo libro che per me è stato veramente controverso: l'amore e l'odio nei confronti del volume si sono scambiati le parti più volte lungo la lettura.